Da Cremona a Palermo, da Torino a Messina, l’associazione Meglio Legale ha tenuto oltre un centinaio di incontri nelle scuole superiori e nelle università negli ultimi due anni e mezzo. Dibattiti di informazione, con contraddittorio, perché è così che si formano le libere coscienze, e spesso alla presenza di scienziati e ricercatori. «Non c’è mai stato alcun problema», conferma Antonella Soldo, coordinatrice nazionale della campagna referendaria a favore della legalizzazione (che è il contrario di liberalizzazione) della cannabis. Tutto liscio fino a due giorni fa quando nel liceo Majorana Cascino di Piazza Armerina, in provincia di Enna, ha fatto irruzione la polizia per identificare gli studenti che erano riuniti in un’assemblea, autorizzata dalla preside Lidia Di Gangi, per ascoltare e discutere i pro e i contro di una legge che normi e controlli la vendita di marijuana e derivati. Non si trattava di un incontro con spacciatori e non era neppure uno dei tanto odiati rave.

Nessuno stava consumando droghe (e infatti non c’è stato alcun sequestro), non c’era pericolo imminente per alcuno e nessun reato da contrastare in flagranza. Il blitz è stato richiesto dalla questura di Enna e sono stati identificati i rappresentati d’istituto. Ieri, dopo due interrogazioni parlamentari presentate da Avs e Italia vita ai ministri Piantedosi e Valditara, il coordinatore nazionale della Federazione degli studenti, Marco Greco, ha inviato «al Ministero dell’Istruzione e del Merito una richiesta formale di convocazione straordinaria e urgente rivolta al ministro Valditara».

«NESSUNA POLEMICA nessun intento speculativo – puntualizza Greco – al ministro chiederò soltanto di chiarire pubblicamente, una volta per tutte, che scuole e università sono inviolabili luoghi di democrazia e libero esercizio del pensiero in cui tutti devono sentirsi al sicuro, liberi di poter dibattere e discutere su tutto ciò che ha a che fare con la società che viviamo. Una presa di posizione chiara del ministro sicuramente contribuirebbe a far sì che spiacevoli episodi come quello del Majorana non si verifichino nuovamente. Adesso non resta che attendere di sapere se il ministro accetterà di incontrarci».

CI SONO ALMENO DUE temi importanti in questa storia: la demonizzazione della cannabis (che favorisce lo spaccio della cocaina e delle droghe pesanti) e «il clima generale di repressione» come lo ha definito ieri il segretario di +Europa Riccardo Magi dalla piazza di Firenze. «La scuola – fa notare Magi – deve essere un luogo di libertà, di dibattito e di democrazia, che deve aiutare i giovani ad avere fiducia e non timore delle istituzioni». Soprattutto laddove allo Stato e alla istituzioni si è sostituita la mafia, che con la cannabis illegale ha costruito imperi.

E INVECE, come ricorda Antonella Soldo, il progetto “Scuole sicure”, quello delle operazioni antidroga della polizia nelle aree circostanti gli istituti, «interessa ogni anno le scuole di circa 140 comuni italiani e impiega in media 4,5 milioni di euro. Secondo i dati del Viminale, durante l’anno scolastico 2018/19, sono stati impiegati più di 26 mila agenti di polizia nei controlli di 600 istituti per un totale di 31 arresti e 14,7 chili di droghe sequestrati, corrispondenti allo 0,004% del totale dei sequestri di quell’anno. Ogni grammo requisito è costato allo Stato 500 euro».