Nel 2016 era stato proprio Spike Lee uno dei principali promotori della campagna di boicottaggio degli Oscar passata alla storia con lo slogan OscarsSoWhite, e che denunciava la mancanza di nomination african american.
Il regista di Fa’ la cosa giusta è inoltre uno dei filmmaker afroamericani più ingiustamente snobbati dall’Academy in una lunghissima storia di mancati riconoscimenti nei confronti di registi, attori e «artigiani» del cinema non bianchi. Le nomination di quest’anno a miglior film e regia per il suo BlackKklansman sono infatti sorprendentemente le prime per Spike Lee nelle categorie «principali» – e anche in passato il regista era stato candidato solo a miglior sceneggiatura originale (nel 1990 con Fa’ la cosa giusta) e a miglior documentario con 4 Little Girls, nel 1998, senza mai vincere niente – se non, proprio nel novembre dell’anno precedente al «boicottaggio», l’Oscar alla carriera che è spesso una «statuetta riparatrice» con cui si tenta di compensare la miopia dell’Academy verso alcuni grandi registi (è accaduto anche a Chaplin e Welles).

Dal 2016 a oggi però qualcosa è cambiato, sotto pressione da parte dell’opinione pubblica l’Academy ha innanzitutto avviato una riforma di una delle pecche principali rimproverate da Lee quando dichiarò pubblicamente che non avrebbe partecipato agli Oscar «così bianchi»: la lista dei suoi membri, per la maggioranza uomini e bianchi, ha cominciato ad aprirsi nel tentativo di essere sempre più inclusiva.

OLTRE A MIGLIOR FILM e regia, BlackKklansman è candidato a miglior colonna sonora (di un altro artista nero, Terence Blanchard), sceneggiatura non originale (di Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott e lo stesso Spike Lee), montaggio (Barry Alexander Brown) e attore non protagonista (Adam Driver), anche se purtroppo manca la nomination proprio al protagonista nei panni del detective Ron Stallworth, John David Washington.

E gli Oscar 2019 segnano anche un’altra «prima volta», anche se prevedibile – specialmente in seguito al passo falso dell’Academy Award al film popolare, poi ritirato: la candidatura a best picture (ma non regia) di un film di supereroi: Black Panther. È facile immaginare anch’essa come un’ammenda tardiva nei confronti di film e artisti black ignorati sinora, ma comunque il film di Ryan Coogler «straccia» il record sinora detenuto dal Cavaliere oscuro di Christopher Nolan (sette nomination tra cui la vittoria – postuma – di Heath Ledger come miglior attore non protagonista) con altrettante candidature fra le quali però c’è anche quella più ambita a miglior film dell’anno. Tra le varie nomination di Black Panther ci sono Kendrick Lamar e Sza per la miglior canzone originale : All the Stars.