«Noi sindaci sottoscritti, per scongiurare un nuovo passaggio alla Camera che ne impedirebbe nei fatti l’approvazione definitiva, chiediamo che il Ddl sul “Consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento” sia trasmesso in Aula per il voto senza ulteriori modificazioni, al fine di non lasciare senza risposta le attese e le speranze di tanti cittadini».

Sono 27  sindaci di grandi e piccole città italiane a  mobilitarsi, questa volta, in favore della legge sul biotestamento che da cinque mesi non riesce a schiodarsi dal Senato a causa dell’ostruzionismo (con 3 mila emendamenti presentati in commissione) di Lega,  Fi e Ap. Tra i primi a firmare l’appello promosso dall’associazione radicale Luca Coscioni (che si batte anche per la legalizzazione dell’eutanasia), ci sono la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, quello di Milano, Giuseppe Sala e gli omologhi  Luigi De Magistris (Napoli), Chiara Appendino (Torino), Luca Orlando (Palermo), Federico Pizzarotti (Parma), Filippo Nogarin (Livorno).

Pochi giorni fa erano stati i senatori a vita Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia a scendere in campo per portare a compimento l’iter  della blanda legge che riconosce appena il diritto a rifiutare le terapie, compresa nutrizione e idratazione artificiali, ma che lascia al medico l’ultima parola di disattendere le Dat qualora le ritenesse «manifestatamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente».

La presidente della Sanità del Senato Emilia De Biasi per l’ottava volta ha annunciato le proprie dimissioni finalizzate a superare il passaggio in commissione e far approdare il ddl direttamente in Aula. Giovedì prossimo, ha assicurato, sarà la volta giusta.