Folgorata da Salmo e con nel cuore Lizzo, la rapper BigMama, all’anagrafe Marianna Mammone, ha debuttato ieri sul palco dell’Ariston in coppia con Elodie nella serata dei duetti con American Woman dei The Guess Who «Il brano l’ha scelto lei, la gasa assai. Voleva lanciare un messaggio di potenza femminile e credo che per questo motivo abbia pensato di duettare con me». Rivelazione della scorsa stagione musicale grazie all’EP Next Big Thing, la giovane avellinese che rappa contro discriminazioni, bullismo e omofobia ci ha raccontato qualcosa in più su di lei proprio alla vigilia della sua prima volta all’Ariston «Da ragazzina guardavo Sanremo e gioivo nel vedere gente come Clementino e Rocco Hunt» ci racconta «Marianna Credo siano stati fatti molti passi avanti da questo punto di punto anche se ho la sensazione che gli artisti, perlomeno nel genere che faccio io, non abbiano libertà di esprimersi al 100% perché è scontato che a Sanremo ci si debba attenere a certi codici. Mi piacerebbe che si facesse un ulteriore passo in più».

LA CANTANTE di XXL ha anche tenuto a raccontare quando e come è nata la sua esigenza di fare musica «Sono nata a San Michele di Serino, un paesino vicino ad Avellino. Sono cresciuta in mezzo alla musica poi quando avevo 13 anni ho iniziato a scrivere barre rap per rabbia, ho sentito l’esigenza di combattere così l’odio e il bullismo che subivo per il mio peso».«Sono andata contro quella burocrazia rapperina un po’ maschilista»

GLI INSULTI per il fisico: «Non ricordo un giorno in cui qualcuno non mi abbia rivolto la parola “cicciona”. Da sempre attenta a temi forti, attuali e di carattere sociale, BigMama ha parlato anche della sua lotta per farsi strada in un mondo/genere musicale per “tradizione” maschile «Da ragazzina mi divertivo a fare freestyle rap su Instagram, un genere che mi accompagna fin dall’infanzia. Quando poi nel 2016 ho iniziato a comporre, ricordo che andavo alla ricerca spasmodica di barre complicate, di metriche incastrate. Mi preoccupavo, forse eccessivamente, di dimostrare a tutti, in quanto donna, che anche io potevo fare rap. Poi ho capito di voler andare contro a quella “burocrazia rapperina” come la definisco io e da lì è iniziata la mia voglia di sperimentare». Nell’EP ha infatti mescolato club e techno senza farsi troppi problemi: «E continuerò in futuro a provare commistioni di generi molto diversi tra loro».