Con una mossa a sorpresa, il governo di Cuba ha deciso giovedì di sospendere «temporaneamente» l’accettazione di dollari statunitensi nel suo sistema bancario. «Hanno perso il loro valore d’uso» ha detto Marta Sabina Wilson González, direttrice della Banca Centrale di Cuba, perché ormai nel circuito finanziario internazionale la maggioranza degli istituti bancari non accetta i dollari che vengono dall’isola. Temono infatti le pesanti misure extraterritoriali (multe anche miliardarie) imposte dall’ex presidente Trump e mantenute dall’attuale amministrazione Biden.

LO HA CONFERMATO nei giorni scorsi il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Le sanzioni – un vero e proprio garrote economico-finanziario – «verranno mantenute» contro Venezuela e Cuba. Cosi giorni fa sono stati bloccati i fondi stanziati da Caracas per acquistare vaccini nell’ambito del programma Onu, Covax. E quasi trecento istituti bancari internazionali negli ultimi due anni si rifiutano sia di accettare le banconote Usa “contaminate” dalla Banca centrale di Cuba, sia di avere rapporti finanziari con gli istituti cubani. La decisione dell’Amministrazione Biden di riconfermare l’inclusione di Cuba nella lista nera dei paesi che «non collaborano alla lotta contro il terrorismo» ha posto ulteriori ostacoli alle transazioni finanziarie internazionali dell’isola.

A CUBA I DOLLARI provenienti dalle rimesse dei cubanoamericani arrivano ormai mediante banconote portate – illegalmente – dalle cosidette mulas. L’istituto finanziario che li tramutava a Cuba, il Fincimex, e quello che li usa all’estero, il Banco Financiero, sono stati sottoposti a «misure di restrizione» da parte degli Usa. Anche Western Union ha dovuto chiudere a Cuba. Nelle banche dell’isola si accumulano dunque banconote Usa che, di fatto, non possono essere usate all’estero.

La misura entra in vigore il 21 giugno. Ed è un evidente risposta politica al cappio che gli Usa stringono attorno all’isola. «Detronizzano il re dollaro per intronizzarne un altro», probabilmente l’Euro, afferma l’economista Pedro Monreal. Il dollaro continua a circolare nell’isola mediante bonifici interni, soprattutto mediante carte di debito necessarie per acquistare nei negozi dove si vende «in moneta liberamente convertibile , Mlc».

FINO A GIOVEDÌ, Mlc significava dollaro Usa. Proprio per questa ragione, la necessità di avere il fula per comprare quello che serve ha causato un progressivo aumento del prezzo della moneta Usa nel “mercato informale” rispetto alla moneta cubana, il Peso cubano Cup. Il cambio ufficiale, deciso dalla riforma monetaria e cambiaria in atto dal primo gennaio, è di 24 Cup per un dollaro. Ma nel mercato nero, si avvicina ormai ai 70 Cup. La nuova misura decisa «non farà di certo sfumare il dollaro», avverte Monreal, ma causerà un ulteriore debolezza della moneta cubana. Il governo cubano cerca di dare un vantaggio a chi opera con altre monete, specialmente l’Euro, visto che l’Ue è il principale partner commerciale dell’isola. Le nuove riforme decise siasugli investimenti esteri sia sulla legalizzazione di micro, piccole e medie imprese (MPYMES) che potranno operare assieme a quelle statali, vanno in questa direzione. Nei giorni scorsi il vice premier Ricardo Cabrisas si è recato in Francia dove – secondo un annucio ufficiale – ha ottenuto di rinegoziare l’accordo per il pagamento dei debiti con il Club di Parigi, dopo due anni nei quali Cuba – a causa sia della pandemia sia dell’aggravarsi dell’embargo Usa – non ha pagato le quote stabilite.

Questa politica di incremento dei rapporti economici e commerciali con l’isola caraibica è osteggiata dalle destre europee, che da anni cercano di bloccare l’Accordo di cooperazione e dialogo politico in vigore tra l’Ue e Cuba. La leva usata è quella del «non rispetto del governo di Cuba dei diritti dell’uomo». La stessa che giovedì hanno usato gli spagnoli del Partito popolare e di Vox, coadiuvati soprattutto dai governi di Polonia e Ungheria (sotto accusa della Corte di giustizia dell’Ue per violazione del rispetto della libertà dei media e dei diritti delle donne e dei migranti), per far approvare (386 voti a favore, 236 contro,59 astenuti) al Parlamento europeo una risoluzione che condanna «l’esistenza di prigionieri politici, gli atti di repressione e la detenzione arbitraria di dissidenti politici» a Cuba.

LA RISOLUZIONE che mette a rischio l’accordo tra Ue e Cuba – difeso dal capo della diplomazia dell’Ue, Josep Borrell – è stata oggetto di rifiuto da parte dell’Assemblea nazionale cubana che accusa il Parlamento europeo di essere «ostaggio del piccolo gruppo di eurodeputati dell’estrema destra ossessionati dalla volontà di distruggere la rivoluzione cubana». Uno dei temi di condanna dell’Eurocanera è «la condizione di moderni schiavi» che patirebbero i medici delle brigate cubane impegnate all’estero. Gli stessi che hanno operato in Italia controm il Covid.