Guardia nazionale: il piano dei democristiani tedeschi per fermare il terrorismo non solo in Baviera. Polizia militare con funzioni di ordine pubblico, riservisti piazzati nei siti sensibili e corpi d’elite dell’esercito a fianco degli agenti delle squadre speciali. Un progetto allo studio della ministra della difesa Ursula von der Leyen e dello Stato maggiore della Bundeswehr, accelerato dopo la richiesta di «intervento militare» del governo della Baviera.

Peccato che il Grundgesetz (la Legge fondamentale, equivalente della Costituzione) stabilisca che nei casi come la strage di Monaco o il kamikaze di Ansbach non si possa fare. E che oltre all’opposizione anche gli alleati Spd stoppino sul nascere il piano dell’Union cristiano-democratica. In ogni caso la proposta fa proseliti: Lorenz Caffier, ministro degli interni del Meclemburgo-Pomerania (Cdu) già immagina che «ogni Stato utilizzerà l’esercito quando la polizia si troverà ad affrontare una situazione di terrorismo». Von der Leyen vorrebbe sottoporre l’iniziativa al ministro dell’interno Thomas De Maizière già alla fine dell’estate. Fosse per lei dal prossimo autunno partirebbero le esercitazioni congiunte esercito-polizia in Saarland e Baden-Württemberg. L’ipotesi è che ogni Land decida dove e quando dispiegare i soldati sul proprio territorio.

Tuttavia, la Legge fondamentale consente l’impiego interno delle forze armate solo in caso di guerra o calamità. Per questo von der Leyen studia il modo per aggirare il blocco tentando di interpretare una norma inequivocabile. L’escamotage è rubricare come «evento catastrofico» il terrorismo che ha colpito la Germania meridionale nell’ultima settimana. Un’alluvione di violenza che permetterebbe l’utilizzo della Bundeswehr come protezione civile. Un «trucco», che la ministra Cdu potrebbe inserire nel «Libro bianco» della difesa in discussione nel governo; se non fosse che il documento poggia già sul delicato compromesso tra gli alleati della Grande coalizione. Prevede che la Bundeswehr possa essere utilizzata (senza mandato costituzionale) solo in caso di attacchi su vasta scala o quando la polizia, sopraffatta dagli assalitori, ne chiede l’intervento.

In più nel 2012 la Corte di Karlsruhe ha limitato l’uso delle forze armate alla presenza di «condizioni eccezionali con proporzioni di catastrofe» o «quando c’è il rischio immediato per la democrazia e l’esistenza della Repubblica».

Il massacro al centro Olympia di Monaco, l’attacco a colpi di ascia sul treno regionale a Heidingsfeld e lo zaino-bomba Isis ad Ansbach non rientrano nei casi. Dalla Sassonia il ministro dell’interno Boris Pistorius (Spd), ex sindaco di Osnabrück, respinge il piano dell’Union chiedendo non senza ironia se «la Baviera intende introdurre truppe di combattimento nel suo territorio». Mentre dall’opposizione i Verdi – su Die Zeit – ricordano alla Cdu come «da sempre le sparatorie sono di competenza della polizia». Ma la difficoltà maggiore per Von der Leyen sarà spiegare, alla fine dell’estate, alla commissione difesa del Bundestag lo stato di allarme dei soldati nelle caserme di Monaco durante la strage all’Olympia, rispondendo all’interpellanza di Spd, Linke e Grünen. Un modo per frenare la ministra che ha espanso oltremodo il ruolo della Bundeswehr e gestisce con piglio personale le missioni Nato in Afghanistan, Siria e Mali.

Da 5 anni l’esercito è affidato all’ispettore generale Volker Wieker. Comanda 176.015 soldati, tutti professionisti dopo l’abolizione della leva nel 2011. Per il 2016 ha un budget di 34,2 miliardi di euro. I plotoni da affiancare alla polizia sarebbero alle sue dipendenze: 2.700 uomini di 3 reggimenti con base a Berlino, Monaco e Hilden (Nord Reno-Vestfalia) addestrati a ordine pubblico, anti-sommossa, controllo del traffico, tutela della proprietà e dispersione della folla. A bordo dei treni invece la protezione resta affidata al personale di Deutsche Bahn che proprio ieri ha annunciato l’incremento dei 3.700 vigilantes operativi nei convogli.