Potrebbero arrivare già nella tarda serata di oggi i risultati delle regionali lucane. Alle 23 si metterà la parola fine al periodo più sommessamente turbolento della storia recente della Basilicata, vissuto tra cronaca giudiziaria più che politica, in una campagna elettorale stanca e con poche idee. Sembra che il centrodestra, con il candidato berlusconiano Vito Bardi, si avvii a vincere una corsa improntata sulla forza d’inerzia da una parte e sulla riduzione del danno dall’altra.

Non è detto che il risultato sia scontato: l’elettorato lucano sfugge fisiologicamente alle ricerche d’opinione. Eppure sono davvero pochi gli elementi che fanno pensare a un ribaltamento dell’ultimo minuto: per la prima volta, la regione potrebbe passare al centrodestra.

Quello che è certo è che la giornata di venerdì, che avrebbe dovuto infiammare l’animo degli elettori, altro non è stato che il ripetersi logoro di comizi vuoti, nei quali era facile sovrapporre alla Basilicata qualsiasi altra regione meridionale. Ha cominciato Salvini con un copione classico: 20 minuti di un discorso già ben rodato e 30 di selfie. Salvini, come sempre più spesso accade, parlava per la Lega e non per la coalizione. Il candidato del centrodestra, l’ex-generale della Gdf Bardi sul palco non c’era e anche se ci fosse stato non avrebbe avuto molto da dire: quello non era il suo posto. Sulla scena, come è stato detto più volte da un presentatore dall’accento brianzolo, si celebrava l’immagine sacra e venerabile del «capitano». La capitale europea della cultura ha riservato al leader della Lega un bagno di folla solo a metà, nell’ordine delle centinaia di persone con il robusto contributo di curiosi e inconsapevoli turisti, coinvolti in una sindrome di Stoccolma collettiva, finora qui inedita, ma ormai usuale al sud. Salvini, nella sua corsa personale al consenso, ha solo raccolto più gente degli altri. Bardi ha preferito circondarsi di fedelissimi berlusconiani ed evitare il più possibile la piazza.

Lo stesso ha fatto il candidato della lista di sinistra La Basilicata Possibile, Valerio Tramutoli, che ha incontrato i suoi sostenitori in un locale della città dei Sassi. Nonostante l’ottimismo e la presenza di Pippo Civati, l’aria era quella agrodolce della sconfitta dignitosa, vissuta più come l’inizio di un percorso che come scontro all’ultimo sangue con gli altri contendenti.

Appena soddisfacente, in un contesto generale di scarsa partecipazione, il riscontro di pubblico del candidato di centrosinistra Trerotola, probabile secondo in ordine di arrivo. Il farmacista di Potenza, designato dall’ex governatore Pittella, ha potuto approfittare della forza attrattiva del neo-segratario Pd Zingaretti, arrivato in Basilicata per tirare una difficilissima volata.

Il tonfo più importante, però, potrebbe essere quello dei 5S che, pur potendo far ricorso a una serie di giustificazioni, come le divisioni interne sul territorio, difficilmente potranno ripetere l’exploit del passato (più del 40% alle politiche). Dubbi e ipotesi lasceranno il campo ai risultati nelle prossime ore e il divieto di voto disgiunto renderà tutto meno interpretabile. Il resto lo farà l’astensione.