Gli effetti della chiusura dei porti italiani non sempre riescono ad arrivare alla ribalta internazionale. Ci sono altre peregrinazioni di barche e barconi che partono dalla Libia e che sempre più occasionalmente vengono salvati. È il caso di una barca con una quarantina di migranti a bordo, provenienti da Mali, Bangladesh, Nigeria e Egitto, che sabato è stata avvistata dopo cinque giorni in mare con poco cibo e solo 6 bottiglie di acqua.

I naufraghi sono stati salvati e rifocillati prima da una motonave – la Sarost 5 – che fa avanti e indietro dalla terraferma alla piattaforma petrolifera offshore Ashtart a largo della costa tunisina e poi dai lavoratori della società tunisina Miskar sulla piattaforma stessa.

Il calvario è raccontato dal sito Watch Med che raccoglie le chiamate di SoS nel Mediterraneo e i dettagli da Infomigrants. Dalla Libia il barcone, forse anche con poco gasolio, è arrivato bordeggiando il più possibile lungo costa all’altezza di Sfax ma in mare aperto. «Abbiamo anche un ferito e una donna incinta di sei mesi, trovateci una soluzione», ha raccontato di aver detto Karim, uno degli imbarcati, ai marinai della Sarost 5 quando le autorità tunisine hanno rifiutato di aprir loro il porto di Sfax. Il comandante del cargo ha contattato Malta e l’Italia, ma entrambi i paesi non hanno voluto saperne di inviare proprie navi di soccorso.

Il rimpallo di responsabilità – dice Watch Med – è durato fino a domenica notte, quando i quaranta migranti alla fine sono stati fatti sbarcare nel porto di Zarzis e presi in carico dalla sezione locale della Mezzaluna rossa di Medenine. Il capo sezione, Mongi Slim, ha detto a una radio locale, Jawhara Fm, che la barca su cui viaggiavano era molto malridotta, che stava per colare a picco quando le autorità tunisine hanno accettato di farsene carico, aprendo il porto di Zarzis.

La Tunisia – ha dichiarato ieri Loredana Lando, capo missione dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni a Tunisi – è al primo posto in termini di arrivi di migranti irregolari in Italia nel 2018: sono 3.073 dall’inizio dell’anno i tunisini che si sono imbarcati clandestinamente per raggiungere l’Europa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale e anche se esiste un trattato bilaterale per i rimpatri tra Italia e Tunisia sono stati solo 94 quelli rimpatriati da Italia, Germania, Grecia, Belgio. L’Oim aggiunge che il numero di migranti residenti in Tunisia è di 75.500 persone, tra i quali 777 siriani, gli unici che riescono a passare nelle maglie molto fitte della legge tunisina per l’asilo.