«Non posso slegare il mio ricordo del 15M dalle circostanze vitali attraverso le quali stavo passando. Ero appena diventata madre, e l’emozione delle piazze piene si mescolava con l’emozione della maternità. Hanna Arendt scrisse che la maternità è un atto radicalmente attivista, perché è la massima affermazione della vita. Con ogni nuova vita, l’orizzonte del possibile si amplia, inizia una nuova avventura in cui tutto può essere. Nel mio caso implicò anche un cambio di atteggiamento: dal ‘pessimismo realista’ che aveva accompagnato la mia gioventù, decisi coscientemente di passare a un ‘ottimismo militante’, niente affatto ingenuo, ma piuttosto pragmatico». Ecco, la Pah, la Piattaforma Vittime dei Mutui (Plataforma de los afectados por la hipoteca), è proprio questo, nelle parole di chi ne è stata la faccia più visibile: la sindaca di Barcellona, Ada Colau, che così ricordava quei giorni 5 anni fa.

Questo movimento sociale per il diritto alla casa era nato nel 2009 come reazione alla profonda crisi abitativa scatenata dalla bolla immobiliare, ma divenne decisivo qualche anno dopo prendendo linfa dall’attivismo nato con il 15M. Era ancora lontano il tempo in cui attorno alla figura della giovane attivista si sarebbe cristallizzato tutto il movimento che l’avrebbe portata a sedere sullo scranno più alto della città.

Il cavallo di battaglia della Pah era la cosiddetta dación en pago, il diritto a estinguere il debito con la cessione del bene ipotecato – la Spagna era ed è uno dei pochi paesi al mondo in cui non basta ai proprietari cedere la casa alla banca per liberarsi del debito. Se la casa, come succedeva a centinaia di migliaia di persone durante la crisi di quegli anni, aveva perso gran parte del valore per cui era stata ipotecata, l’entità finanziaria poteva continuare a esigere il pagamento del debito per compensare il valore perso. Una follia che aveva incoraggiato per anni le banche a praticare politiche finanziarie corsare, gonfiando artificialmente il valore degli immobili.

Oltre a questa rivendicazione, concretizzata nella presentazione nel 2013 di una iniziativa di legge popolare (con ben un milione e mezzo di firme), bloccata dal Pp allora al potere, la Pah divenne famosa per essere capace di fermare gli sfratti con la mobilitazione cittadina. Migliaia e migliaia di sfratti sono stati fermati in maniera pacifica in questi 12 anni, e molte persone sono state assistite nella ricerca di soluzioni ai loro problemi abitativi. In Catalogna, spinti dalla Pah, di leggi sulla casa ne sono state approvate diverse. Il governo Rajoy e il Pp le ha impugnate, nel 2019 il governo Sánchez ha ritirato buona parte del ricorso. Ma la battaglia giudiziaria continua oggi: l’ultimo capitolo è di gennaio quando il tribunale costituzionale ha annullato un decreto del governo catalano che proteggeva l’affitto delle persone vulnerabili. A livello nazionale, è proprio una legge di protezione degli affitti (fortemente voluta da Podemos) a essere uno dei punti di frizione più forti fra i soci di governo, perché i socialisti (nonostante gli impegni nel programma di governo) esitano a mettersi contro i grandi possidenti.

Proprio le banche con i loro enormi stock di appartamenti vuoti sono sempre state nel mirino della Pah (oggi stesso è prevista una manifestazione contro una grande entità finanziera, CaixaBank). Ma anche i politici del Pp, contro i quali vennero organizzati numerosi escrache, parola traducibile con “sputtanamento”. Cioè andare sotto le loro case a denunciare pubblicamente chi aveva votato contro il diritto alla casa – una pratica democratica di denuncia che ora invece rivendica gente come i fascisti di Vox o gli stessi popolari per difendere chi ha attaccato per anni con violenza la casa di Iglesias.

La vittoria inaspettata di Colau a maggio del 2015 è forse l’emblema più iconico della Pah, che continua a essere pungolo delle istituzioni. In un ruolo diverso, l’amministrazione Colau ha cercato in questi anni (pur senza competenze in materia di affitti) di mettere in marcia alcune politiche di protezione degli inquilini nella capitale catalana. La pioggia di sfratti continua, nonostante gli sforzi della città di fornire alternative, e il problema della casa continua a essere uno dei più gravi nel paese che nel 2003 costruiva più case che Francia, Germania e Italia messe assieme, e il cui parco case ne ha solo il 2.5% destinate a uso sociale (quando nella Ue è quasi il 10%). Come dicevano gli attivisti del 15M, c’è bisogno di «buona politica», di «una politica che trasforma la realtà e migliori la vita delle persone» (sono parole della stessa Colau un mese fa, abbandonando Twitter): proprio per questo la storia della Pah è così paradigmatica.