Si vota oggi e domani (lunedì fino alle 15) in 65 comuni per il secondo turno delle amministrative, l’attenzione è concentrata su Roma, Torino e Trieste ma l’appuntamento elettorale offre altri motivi di interesse. Nei tre capoluoghi di regione, solo a Torino il centrosinistra parte in vantaggio (di 5 punti percentuali), mentre è sotto sia a Trieste (di ben 15 punti) che a Roma (di tre punti). Eppure è nella Capitale che circola il maggior ottimismo, un po’ per gli enormi limiti del candidato di destra e un po’ per una riserva di quasi il 40% alla quale il candidato di centrosinistra può attingere, anche se manca un’esplicita indicazione in suo favore degli sconfitti.

La prima cosa da guardare, lunedì pomeriggio, sarà l’affluenza. In pesante calo al primo turno, scenderà assai prevedibilmente anche al secondo. Roma rischia di vedere il suo sindaco scelto da meno di un milione di abitanti, come nel 1952. L’affluenza media nazionale il 4 ottobre si è fermata al 54,64% ma quel dato era una sintesi di un tracollo nelle grandi città e un calo più contenuto nei piccoli centri. Dei 65 comuni che riaprono le urne, tutti hanno visto un calo di affluenza rispetto al 2016 con tre sole eccezioni: Conegliano nel Vento, Rondanina in Liguria e Melito in Campania. L’affluenza media nei 65 comuni è stata del 59,7%, superiore dunque a quella nazionale ma proprio perché tirata su dai comuni medio/piccoli (il ballottaggio è per i comuni con più di 15mila abitanti). A tenere giù l’affluenza ci hanno pensato Roma (48,54%), Torino (48,08) e Trieste (46%).

Allargando lo sguardo ai capoluoghi di provincia, il centrodestra parte in vantaggio a Latina e a Isernia, invece è ma appare comunque favorito a Varese dove il candidato di centrodestra ha guadagnato l’appoggio della terza e quarta forza, e a Caserta dove ha un margine di espansione maggiore. A Savona il candidato di centrosinistra si è fermato a un passo dal 50% ma per il ballottaggio il M5S gli ha negato il sostegno, malgrado in città si sia presentata una lista ConTe all’atto pratico assai poco contiana nelle scelte. A Benevento, infine, Clemente Mastella è stato costretto al ballottaggio per una manciata di voti e a questo punto non dovrebbe incontrare altri ostacoli.

Grande sconfitto nel primo turno, il centrodestra rovescerebbe la narrazione se riuscisse a conquistare Torino oltre a Trieste. Si eleverebbe al trionfo nel caso agguantasse Roma. Sono queste le notizie attese per apprezzare i nuovi rapporti di forza nazionali. Nel governo di (quasi) unità nazionale e all’interno dei due poli che inesorabilmente ma faticosamente tendono ad aggregarsi. Sono questi rapporti che peseranno sulle prossime scadenza politiche, congelate in attesa dell’esito delle amministrative. Due soprattutto: l’elezione del successore di Mattarella e l’intesa per una nuova legge elettorale (o per tenersi quella vecchia). a. fab.