La maggioranza è larga, anzi larghissima, quasi unanime. Soltanto i deputati e i senatori di Alleanza Verdi Sinistra hanno detto no alle missioni internazionali, tra le quali Aspides e Levante. Ha votato sì anche il Movimento 5 Stelle, come annunciato fin dalle ore precedenti, dopo una disquisizione verbale circa la natura difensiva dell’operazione.

SI È CAPITO che i 5 Stelle questa volta sarebbero stati della partita quando il ministro degli esteri Antonio Tajani prima ha spiegato la natura della missione nel mar Rosso e poi ha dato parere favorevole alla risoluzione del partito di Giuseppe Conte: «La missione Aspides avrà compiti soltanto di natura difensiva – ha detto Tajani – La missione non potrà, cioè, intraprendere azioni di tipo preventivo». Spiegano le regole d’ingaggio, il ministro ha sostenuto che i militari hanno «compiti esecutivi di autodifesa estesa, cioè di neutralizzazione di attacchi, che abbiano come bersaglio diretto navi mercantili scortate, e di contrasto ad eventuali tentativi di sequestro delle imbarcazioni». Tanto è bastato per convincere Giuseppe Conte a votare a favore. «La nostra politica estera è sempre chiara e in linea con la difesa dell’interesse nazionale – ha fatto sapere dall’Abruzzo il leader M5S – Ci siamo premurati che fosse ribadito e puntualizzato il carattere assolutamente e integralmente difensivo di questa missione. È chiaro che dobbiamo tutelare la possibilità del libero transito delle nostre produzioni». Da parte di Avs, invece, è arrivata la bocciatura: i parlamentari rossoverdi si sono detti favorevoli alla missione civile Euam Ukraine e alla missione Levante, ma contrari ad Aspides. Il capogruppo al senato Peppe De Cristofaro ha denunciato l’insufficiente coinvolgimento del parlamento: in effetti, solo in seguito alla pressione delle opposizioni il provvedimento è passato dalla commissione, dove pure è stato limato. «La missione viene presentata come prevalentemente difensiva – sostiene ancora De Cristofaro – In realtà contiene molti elementi di ambiguità, di forte preoccupazione e rischia sul campo, in un contesto di guerra, di cambiare natura».

PER DI PIÙ, sostiene sempre De Cristofaro, l’operazione «è priva del mandato delle Nazioni unite e nasce senza che sia tentata una strada politica e diplomatica per proteggere la navigazione dei mercantili in transito nel Mar Rosso». Gli ha risposto indirettamente dai 5 Stelle Riccardo Ricciardi: «Comprendiamo le motivazioni di chi fa altre scelte ma riteniamo che con questi paletti messi nero su bianco si possa autorizzare la missione».

LA RISOLUZIONE presentata dalla maggioranza, tuttavia, definisce questo contesto sottolineando come la catena di eventi che lo ha generato discenda dal 7 ottobre e dall’attacco terrorista di Hamas. «Sappiamo che la motivazione che gli houthi danno al proprio operato è la situazione a Gaza, contro Israele, dove è indispensabile una missione umanitaria e un’iniziativa forte per ottenere il cessate il fuoco – ha detto intervenendo a Palazzo Madama il senatore M5S Bruno Marton – Non possiamo però da una parte aiutare le popolazioni civili colpite dalla guerra e dall’altra non fare nulla per fermare il governo israeliano di Netanyahu che invece quella guerra la sta alimentando. Per questo pretendiamo che il governo prenda una posizione forte di condanna contro un’azione punitiva a Gaza che nulla a che vedere con il legittimo diritto di difesa». L’ampia maggioranza ha approvato anche la risoluzione del M5S e quella del Pd, ad esclusione del punto che aveva avuto parere contrario del governo e che chiedeva di «ripristinare i fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele, così come i contributi nell’anno in corso all’Unrwa garantendo altresì l’accesso illimitato alle cure». «Il Partito democratico ha votato a favore della garanzia della libertà e della sicurezza della navigazione oltre che di interventi aggiuntivi in Ucraina e in Medio Oriente – Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera – Ma non possiamo rimanere indifferenti al grido di disperazione che viene dalla striscia di Gaza e dal confine con l’Egitto. Tajani aveva parlato di ‘catastrofe umanitaria’ ma si èpresentato in aula con pochi fondi e molti tagli alla presenza attiva dell’Italia».