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Arrestato Mohamadein, l’avvocato degli operai egiziani

Arrestato Mohamadein, l’avvocato degli operai egizianiL'avvocato e attivista egiziano Haitham Mohamadein

Egitto Detenuto la scorsa settimana per le proteste contro i folli rincari dei biglietti della metro. Tra i leader di Piazza Tahrir e dei Socialisti Rivoluzionari, è da anni in prima linea al fianco delle vertenze operaie

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 22 maggio 2018

Non si ferma lo stillicidio di arresti e persecuzioni di attivisti e difensori dei diritti umani in Egitto. Prelevato in casa dalla polizia nella notte tra giovedì e venerdì e detenuto in un luogo sconosciuto per più di 24 ore, Haitham Mohamadein è «riapparso» sabato scorso presso la procura della National Security che ha convalidato la custodia cautelare per altri quindici giorni.

Le accuse sono «appartenenza a un gruppo terroristico» e «istigazione alla protesta». Il suo arresto è legato alle proteste scoppiate la settimana scorsa nella capitale egiziana a seguito degli aumenti improvvisi dei prezzi dei biglietti della metro, che arrivano anche al 300% per alcune tratte.

Haitham Mohamadein, avvocato e attivista del movimento dei Socialisti Rivoluzionari, è uno dei volti più noti della sinistra egiziana e della rivolta di Piazza Tahrir. Figlio di uno storico leader operaio del distretto industriale di Helwan, Mohamadein ha dedicato la sua carriera di avvocato alla difesa dei diritti dei lavoratori.

Da giovanissimo ha partecipato al team legale in difesa degli arrestati del 6 aprile 2008 nella città di Mahalla, la più grande tra le mobilitazioni popolari che hanno anticipato la rivoluzione del 2011. È stato tra i protagonisti della nascita del sindacalismo indipendente e negli anni ha fornito assistenza legale a numerose lotte e scioperi, dai trasporti alla sanità, dagli operai dell’acciaio alla vertenza del cementificio di Torah della scorsa estate.

Collabora con il centro al-Nadeem per le vittime di tortura ed è stato tra i promotori del movimento Bds (la campagna di boicottaggio dello Stato di Israele, lanciata nel 2005 dalla società civile palestinese) egiziano. Tra le prime vittime della legge sulle proteste emanata nel 2013 dopo il colpo di stato di al-Sisi, era finito nuovamente in carcere nell’aprile 2016, quando le forze di sicurezza lo avevano arrestato preventivamente in vista delle manifestazioni contro la cessione delle due isole di Tiran e Sanafir all’Arabia Saudita.

Sono almeno venti gli arresti finora confermati per le proteste contro gli aumenti dei biglietti della metropolitana. Negli ultimi giorni le stazioni delle due linee cairote sono presidiate in massa dalle forze di sicurezza. Le misure di austerità chieste dal Fondo Monetario in cambio di prestiti hanno portato ad aumenti generalizzati di tutti i beni di consumo e tra un mese sono previsti nuovi rincari sui carburanti.

Il regime teme fortemente l’esplosione di proteste sociali e la possibile saldatura tra attivisti politici, movimenti dei lavoratori e rabbia diffusa.

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