La giornalista olandese Ans Boersma è stata ieri espulsa dalla Turchia, dichiarata persona non grata e bandita per sei anni. Collaboratrice del quotidiano finanziario Het Financieele Dagblad, Boersma aveva da pochi giorni ricevuto la tessera giornalistica 2019 per lavorare nel paese anatolico.

Ma quando mercoledì pomeriggio si è recata negli uffici dell’immigrazione per rinnovare il permesso di soggiorno, le autorità l’hanno tratta in arresto per ragioni di «sicurezza nazionale». Detenuta per una notte, la giornalista è stata poi messa su un aereo in direzione Olanda.

Il responsabile comunicazione della presidenza della repubblica turca Fahrettin Altun ha dichiarato che l’arresto e l’espulsione di Boersma non hanno nulla a che fare con la sua attività giornalistica, quanto piuttosto con una segnalazione ricevuta dalla polizia olandese circa un’indagine a suo carico per associazione terroristica. La procuratrice olandese Jolanda de Boer, che nega di aver spiccato un mandato di cattura, ha confermato l’esistenza di un’indagine in corso che vede Boersma coinvolta. Ma, ha detto, non ci sono incriminazioni per terrorismo a suo carico.

Il caso è finito sui banchi del parlamento olandese: 66 parlamentari di maggioranza e opposizione hanno presentato un’interrogazione congiunta al ministro degli Esteri Blok. Il giornale Het Financieele Dagblad ha denunciato l’evento come «un’aperta violazione della libertà di stampa» e ha annunciato battaglie legali.