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Un Benigni non fa primaveraBoom di ascolti oltre ogni più rosea aspettativa per la serata inaugurale di Sanremo. La settantatreesima edizione trainata dalla presenza di Mattarella, Benigni e l’effetto Ferragni premiano Amadeus all’esordio del suo quarto festival: +8% rispetto al 2022 e record assoluto. La media vede il festival seguito da quasi 11 milioni di spettatori con uno share pari al 62.4% di share. Per trovare una prima serata con uno share superiore occorre tornare al 1995 (65.15%), nell’era Baudo. Ma a tener banco nella conferenza stampa sono anche le polemiche lanciate dalla destre, dal «solito» Salvini e dal Cda Rai che accusa il conduttore di non essere stato stato messo a conoscenza della presenza del capo dello stato.

«È TUTTO estremamente semplice nel raccontarlo, chi dice la verità non sbaglia mai. Le indicazione avute dal Quirinale – spiega Amadeus – sono state di mantenere il massimo riserbo. Ho ringraziato il consigliere Grasso e Lucio Presta, due persone che da un anno lavorano a stretto contatto affinché ciò che era nei nostri sogni si potesse realizzare. È venuto il presidente della Repubblica a Sanremo in forma privata, neanche istituzionale dal punto di vista formale: anche per motivi di sicurezza ci è stato chiesto che fossimo informati esclusivamente noi tre».

AMADEUS RINCARA LA DOSE: «Il Cda Rai si preoccupa di non essere stato informato della presenza del presidente Mattarella all’Ariston? Per me è qualcosa che valorizza l’intera azienda Rai e al loro posto direi grazie a qualunque persona abbia fatto in modo che il presidente fosse all’Ariston. Invece di colpevolizzarlo andrei a stringergli la mano». Il monologo sulla costituzione, il messaggio di Zelensky e un possibile discorso sul razzismo da parte di Paola Egonu, la co-conduttrice della terza serata, sono stati criticati da Salvini: «Sono quattro anni che Matteo Salvini se la prende con il festival, ma basta non guardarlo e so che ha fatto sapere che durante la serata finale vedrà un film».

«AL FESTIVAL – ha aggiunto il direttore artistico – tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero. C’è un’assoluta e totale libertà». E Gianni Morandi ha rincarato: «Come previsto anche dall’articolo 21 della Costituzione Italiana e ricordato ieri sera da Roberto Benigni». Fuori programma ma questa volta sul palco, per l’esibizione di Blanco: un problema – gli era stato consegnato un auricolare sbagliato con cui non aveva ritorno della voce – ha provocato la sua reazione rabbiosa che lo ha portato a distruggere vasi e fiori disposti sul palco. C’è chi chiede purghe staliniane…: «Chiedere un codice comportamentale così come è accaduto per Will Smith, espulso per dieci anni dall’Academy? Non ho una risposta, devo andare di pancia. Personalment credo che non non potevamo prevedere la reazione di Blanco. Non me la sento, magari sbagliando, a dire che Blanco non deve più far parte del Festival nei prossimi anni. Lo conosco da quando ha 18 anni e ho sempre trovato un ragazzo educato e rispettoso», A fine mattinata sono arrivate poi – via instagrama – le scuse «alla città dei fiori» del rapper bresciano.