Anche l’Università di Firenze ha approvato una mozione per il cessate il fuoco immediato a Gaza. Il senato accademico dell’ateneo toscano, in un documento approvato all’unanimità, ha condannato i bombardamenti in Palestina e l’invasione di Rafah.

La rettrice Petrucci ha preso l’impegno di portare questa posizione alla Conferenza dei rettori delle Università italiane (Crui) di domani. «È la vittoria di una mobilitazione che potrebbe essere un esempio per le altre università», ha detto Aida Kapetanovic, studentessa.

LA GOVERNANCE della Sapienza continua al contrario nella linea dura contro i manifestanti. Ieri mattina gli studenti e le studentesse in tenda sono stati svegliati dall’avvio di lavori, previsti da anni e dimenticati, proprio nelle aule esterne che si trovano sul pratone dove c’è il presidio. Presente anche la Digos.

«In un’università che cade a pezzi i cantieri spuntano magicamente solo nei luoghi in cui gli studenti si mobilitano», affermano dal coordinamento dei collettivi.

Sempre alla Sapienza, docenti e ricercatori per la Palestina hanno risposto all’appello di Oliviero Diliberto, attualmente preside della Facoltà di Giurisprudenza. «Io sono con la Palestina ma non condivido la richiesta di chiudere i rapporti con le università israeliane», aveva scritto l’ex segretario di Comunisti italiani, esprimendo anche «convintamente» solidarietà nei confronti della rettrice Antonella Polimeni «per gli attacchi vergognosi ricevuti da un variegato mondo pro Palestina».

I docenti specificano che la richiesta di sospensione temporanea dei rapporti con Israele risponde non solo all’esigenza di inviare un segnale forte alle loro università che «spesso lontane dallo spirito di autonomia della ricerca, appaiono quotidianamente coinvolte nell’impresa bellica» e alla necessità di «allontanare qualunque dubbio sulla partecipazione della nostra comunità alla produzione delle armi».

«Si può non condividere questa scelta – scrivono i professori – ma non si può indicare come contrari alla libertà della didattica e della ricerca quanti la sostengono». I docenti inoltre denunciano la mancanza di dialogo alla Sapienza e chiedono un’assemblea «per discutere apertamente delle proposte del nostro Comitato e delle associazioni degli studenti mobilitati da mesi».

INTANTO, in vista della riunione di domani, la presidente Crui ha specificato: «Le tende negli atenei le abbiamo già viste quando il tema era l’housing universitario; il fatto che gli studenti ci chiedano di assumerci delle responsabilità, sull’housing come sulla guerra in Medio Oriente, è qualcosa alla quale non dobbiamo sottrarci».

Riguardo le accuse di violenza agli studenti, Giovanna Iannantuoni ha spiegato che «negli atenei ci sono una pletora di eventi sul conflitto ed è tutto pacifico. Dopo l’attacco terroristico di Hamas, la risposta israeliana indubbiamente è inaccettabile. Non è vero che i rettori sono poco coraggiosi, ci vuole coraggio, semmai, a non schierarsi».