Cresce negli Stati uniti l’allarme per il ruolo più deciso che la Russia sta giocando in America latina. Un interesse, quello di Mosca per alcuni paesi della regione, che non è certo una novità, ma che, nel quadro della crisi ucraina, rischia di assumere agli occhi della Casa bianca una luce ben più pericolosa. Così, una forte preoccupazione è stata espressa al riguardo dal sottosegretario di Stato per l’emisfero occidentale Brian Nichols, il quale, in un’intervista apparsa domenica sul quotidiano colombiano El Tiempo, ha denunciato il tentativo della Russia e di «altri paesi» di «introdurre un conflitto nel nostro emisfero».

Già la sottosegretaria di Stato per gli affari politici Victoria Nuland, durante una visita a Bogotà in occasione di un vertice con il governo colombiano sulla sicurezza, aveva richiamato l’attenzione sulle «minacce di attori stranieri contro le reti pubbliche e private» della Colombia, soprattutto «nel contesto delle imminenti elezioni» legislative e presidenziali che si svolgeranno nel paese il 13 marzo e il 29 maggio, menzionando come esempio l’«interferenza russa» nelle elezioni statunitensi del 2016.

E in linea con le dichiarazioni di Nuland, Nichols ha detto che esistono «buone ragioni per sospettare che questo stia già avvenendo» in Colombia. Cioè in un paese che, oltre a essere da sempre un alleato chiave degli Stati uniti, è stato anche il primo in America latina a entrare nella Nato, nel 2018, come «partner globale». «Molto preoccupante» ha definito Nichols anche «la presenza di tecnologia straniera e di attori stranieri alla frontiera con la Colombia», su cui si sono accesi i riflettori dopo le dichiarazioni del ministro della Difesa colombiano Diego Molano, secondo il quale il Venezuela, da sempre accusato da Bogotà di proteggere le dissidenze delle Farc e l’Eln, starebbe ammassando truppe al confine colombiano con il sostegno tanto della Russia quanto dell’Iran.

Una denuncia, quella del ministro, definita «irresponsabile» dalla Russia, la cui ambasciata a Bogotà ha respinto qualsiasi accusa di «presunte interferenze negli affari interni della Colombia»..

Ad alimentare l’allarme sulla presenza russa in quello che è da sempre considerato il “patio trasero” degli Stati uniti sono state però anche le dichiarazioni del viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, il quale non ha scartato un possibile dispiegamento di forze militari in Venezuela e a Cuba in risposta all’azione degli Usa in Ucraina. «Non rispondiamo a ogni fanfaronata della Russia, ma prendiamo sul serio gli sforzi di destabilizzare la regione o di interferire nelle sanzioni internazionali contro il Venezuela», ha dichiarato Nichols durante l’intervista, ribadendo quanto aveva già espresso durante un’audizione di fronte alla Commissione Esteri della Camera dei rappresentanti: «i tentativi di portare il conflitto dell’Ucraina nell’emisfero occidentale sono inaccettabili e lavoreremo con i nostri soci per prevenirli». Non deve essere risultato gradito agli Usa neppure l’incontro del 3 febbraio tra Alberto Fernández e Putin, al quale il presidente argentino ha espresso l’auspicio che il suo paese diventi per la Russia «una porta di ingresso in America latina», in vista di un «più deciso» ruolo di Mosca nella regione.