«Combatteremo la battaglia contro la pandemia con la massima determinazione. Non c’è più tempo da perdere». Nel suo primo appello al Bundestag nelle vesti di cancelliere Olaf Scholz promette esattamente ciò la maggioranza dei tedeschi si aspetta da lui, confermando che per il governo “Semaforo” la lotta al Covid rimane la priorità assoluta.

Prima di squadernare i numeri del piano anti-contagio anticipato a fine novembre: «Su 30 milioni di vaccinazioni previste entro fine mese abbiamo già raggiunto quota 19 milioni. Siamo sulla strada giusta».

PIÙ O MENO, ovvero a patto di far finta di non aver sentito l’inquietante allarme lanciato dal neo ministro della Sanità, Karl Lauterbach (Spd), preoccupato per la mancanza di armi per vincere la guerra dichiarata da Scholz. «La realtà è che abbiamo ordinato troppe poche dosi di vaccino e il primo a essere sorpreso sono io. Sto lavorando duramente per colmare questo deficit».
Dichiarazione assai stridente con l’ottimismo del cancelliere, anche se in teoria il messaggio di Lauterbach è diretto al predecessore, Jens Spahn (Cdu), che ha guidato il suo dicastero fino a pochi giorni fa. Non a caso i cristiano-democratici insorgono accusando il ministro-epidemiologo di «soffiare sul fuoco per poi potersi presentare come pompiere».

Eppure per Lauterbach è una mossa obbligata: ha ripetuto per mesi il mantra «Vaccinatevi!» nelle sedi istituzionali come nei talk-show dove è ospite fisso e ora si accorge che «il ministero della Sanità dovrà far fronte alla mancanza di dosi per la campagna vaccinale prevista per i prossimi tre mesi».

Notizia letteralmente da paura, in grado di far sprofondare la Germania nel panico proprio mentre non si ferma l’ondata di morti per Covid (ieri 454 decessi) nonostante l’inversione di tendenza dei contagi (da 68.680 nuovi casi del 30 novembre ai 52.233 di ieri).

COME SE NON BASTASSE nell’ultima settimana nelle principali città tedesche si sono moltiplicate le manifestazioni della galassia No vax come e peggio che ai tempi del lockdown imposto da Angela Merkel, ma con un salto di qualità allarmante per la ministra dell’Interno, Nancy Faeser (Spd), impegnata nella lotta all’estremismo di destra che – proprio come ha ricordato ieri Scholz a tutti i deputati – «resta il più grande pericolo per la Germania».

LO DIMOSTRA IL COMPLOTTO per eliminare fisicamente il governatore della Sassonia, Michael Kretschmer, tra i leader politici più intransigenti sulla vaccinazione, svelato dall’inchiesta della tv pubblica Zdf che ha denunciato «i piani per il suo assassinio elaborati su Telegram dal gruppo denominato Dresden Offlinevernetzung» con più di un link con l’orbita del neofascismo.

Esplicite minacce di morte non limitate alle consuete parole d’odio, al punto che ieri mattina 140 agenti dei reparti speciali della polizia hanno fatto irruzione in sei appartamenti tra Dresda e Heidenau individuando i primi sospetti: cinque uomini e una donna tra i 32 e i 65 anni in possesso di diverse armi.

«Sono sollevato. Chiunque può esprimere il dissenso ma le minacce contro funzionari pubblici, giornalisti e scienziati non sono tollerabili e verranno perseguite con la massima forza» riassume Kretschmer, mentre il ministro dell’Interno del Land fa sapere che i social non sono un’area virtuale al riparo della legge e in particolare «Telegram non può diventare un buco giuridico dove gli estremisti di destra commettono crimini incontrastati».

Concetto ribadito al Bundestag da Scholz, pronto ad assicurare che «la piccola minoranza che cerca di intimidirci verrà contrastata dal governo con tutti i mezzi costituzionali». Prima di elencare gli altri nodi irrisolti ereditati dalla Grande coalizione di cui peraltro era vice-cancelliere: dal personale medico «esausto» ai «drammatici» trasferimenti dei pazienti nelle terapie intensive di altri Paesi, fino alle «lunghissime code» per accedere ai centri-vaccinali.