Abbiamo un sindaco. E lo teniamo in pugno (chiuso naturalmente).

Ci sono buone probabilità che Alessandro Braga per la prima volta nella sua vita primeggi in qualche cosa.

Qualcosa di politicamente definitivo però: domenica potrebbe diventare primo cittadino di Inzago, un paese di 11 mila abitanti a 25 chilometri da Milano.

Un comunista che vince.

La notizia è come balsamo sulle ferite dei compagni milanesi che tra un sonnellino e l’altro stanno sbattendo la testa contro il muro per cercare di votare o non votare Beppe Sala.

A Inzago invece l’aria è elettrica. Molti stanno pensando di trasferirsi, basta pedalare lungo il naviglio Martesana. Alessandro con la fascia tricolore che canta l’inno è una immagine che in un giorno come questo – è pur sempre il 2 giugno – non si può proprio commentare.

Di solito il nostro – perché chi ha lavorato al manifesto rimane nostro per sempre – sventola il tricolore giusto per lo scudetto della squadra del cuore, la Juventus. Questo è il suo peggior difetto, ma nessuno è perfetto.

Per il resto l’uomo è tutto d’un pezzo. Ne ha scritti centinaia nella redazione milanese del manifesto (dal 2006 al 2011) prima di fare danni a Radiopopolare, dove oggi è una delle voci che più si distinguono sulla fascia sinistra.

Ma vince? Dovrebbe lasciarsi alle spalle il candidato dei cinque stelle, Mauro Zerboni – e per un candidato di sinistra sinistra è un fatto di rilievo nazionale – e dovrebbe giocarsela alla pari con il candidato del centrodestra Andrea Fumagalli.

Sondaggi non ce ne sono, ma piccoli segnali per chi conosce l’uomo sì. Intanto, ha appena modificato la sua immagine sul profilo facebook: sembra il lupo che sorride prima di mangiarsi cappuccetto rosso.

Poi, sulle chat dove gigioneggia con i colleghi di Radiopop qualcuno ha notato che il nostro in questi giorni è più misurato del solito e moderato nei toni, insomma sta diventando un piccolo uomo di Stato.

Che stia già entrando nella parte? Ma noi lo teniamo in pugno lo stesso.

La sua ascesa politica merita di essere studiata, per il semplice fatto che è riuscito laddove la sinistra italiana è naufragata, probabilmente per sempre: a febbraio ha vinto le primarie da sinistra (con il 51%) e in seguito è riuscito a tenere insieme Prc e Pd con la lista Inzago Bene Comune.

Faticoso, ma è un fatto: il partito di Renzi vota un tale che ha il manifesto nel cuore – si è laureato con una tesi su Luigi Pintor… – e conosce solo una canzone (ma di Guccini).

Visto come sono andate le cose nella “capitale morale”, possiamo dire che Braga è il Giuliano Pisapia della Martesana (del 2011 però).

Da sindaco punterà su welfare e cultura, non cedendo di un millimetro di fronte a chi si permetterà di fomentare pulsioni razziste.

Il suo sogno (Champions a parte) è un festival dell’editoria indipendente a Inzago. Venerdì 3 giugno regala pure un comizio, alle 21 in piazza Maggiore, poi dj set con Facchini di Radiopop (niente Guccini).

Forza Ale, il manifesto è con te. Lunedì avremo un disperato bisogno di buone notizie. Almeno una…

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