L’annuncio arriva dopo che nei giorni scorsi Christophe Castaner aveva attaccato le ong insinuando il sospetto di presunte collusioni con trafficanti di uomini. Sospetto che il ministro degli Interni francese in seguito ha dovuto ritirare dopo che la stessa agenzia europea Frontex – da lui citata – ha smentito l’esistenza di tali contatti. Così ieri Castaner ha deciso di porgere la mano alla ong tedesca Sea Eye e ai 64 migranti che ancora, dopo dieci giorni trascorsi in attesa tra le onde di fronte a Malta, si trovano a bordo della Alan Kurdi. «Come per le altre navi (Lifeline, Aquarius, SeaWatch) ho chiesto al personale del ministero e dell’Ofpra (l’Ufficio francese per i rifugiati, ndr) di tenersi pronti a recarsi sul posto nelle prossime ore per facilitare il trasferimento in Francia di 20 persone con bisogno di protezione».

Un primo passo, quello fatto ieri da Parigi, ma per quanto importante ancora insufficiente. Manca infatti una soluzione per i restanti 42 migranti a che si trovano a bordo e per i quali nessun Paese si è ancora fatto avanti. Nei giorni scorsi era stata la Germania a dirsi disponibile ad accoglierne una parte, ma l’offerta è rimasta sulla carta, senza diventare mai concreta. E finché in Europa non ci sarà un accordo per tutte e 64 le persone che si trovano a bordo – tra le quali ancora una donna incinta e due minori – tutto rimane fermo.

Proprio dalla Germania, però, potrebbero arrivare presto notizie positive per la ong che, è bene ricordarlo, batte bandiera tedesca. A spingere per una soluzione della vicenda, facendo pressione sulla cancelliera Angela Merkel, sono 210 deputati di cinque diversi gruppi parlamentari che ieri hanno lanciato un «appello di Pasqua» in chiedono al governo di evitare che avi con naufraghi a bordo restino per giorni senza un porto dove attraccare. «Se una persona è in difficoltà in mare deve essere salvata», ha spiegato la rappresentante dei Verdi, Luise Amtsberg. L’appello segue la lettera sottoscritta sempre in Germania da 250 organizzazioni umanitarie tedesche – tra i firmatari anche pro Asyl, Amnesty international, Sos mediterranée, Seebrucke, Diakonie e Caritas, per chiedere l’apertura delle frontiere e lo stop alla criminalizzazione delle ong.

Ieri intanto l’organizzazione internazionale per re migrazioni ha reso noti gli ultimi dati su quanti migranti hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo: 407 dall’inizio del 2019 contro i 558 dello stesso periodo del 2018. Stando al Viminale sono invece 625 i migranti sbarcati in Italia quest’anno, il 97% in meno rispetto al 2018.