In un’aula vuota («fa venire la disperazione» dice Nicola Fratoianni, che legge l’assenza dei deputati come «una normalizzazione della guerra»), Montecitorio ha approvato ieri il decreto Ucraina che prevede l’invio anche per il 2024 dell’ennesimo pacchetto di aiuti al Paese invaso quasi due anni fa dalla Russia. Su 260 deputati presenti hanno votato a favore in 218, 48 i contrari e nessun astenuto. Con la maggioranza si sono espressi anche Pd, +Europa, Iv e Azione, mentre tra le opposizioni sono rimaste M5S e Avs a contrastare il provvedimento. Ma il voto ha segnato anche l’ennesima divisione in seno al partito guidato da Elly Schlein: nonostante le indicazioni date nel suo intervento dalla vicepresidente dem della Camera Anna Ascani, quattro deputati -Laura Boldrini, Antonio Scotto, Nico Stumpo e Paolo Ciani – non hanno partecipato al voto. Scelta però non traumatica, visto che era stata abbondantemente annunciata nei giorni scorsi, ma che ha comunque permesso alla deputata di Iv Isabella Del Monte di parlare di un Pd che «barcolla sia alla Camera sull’Ucraina che al Senato sull’abuso d’ufficio. Il rapporto con il M5S lo spaccherà sempre di più».

La premier Giorgia Meloni conferma quindi ancora una volta di voler seguire la strada tracciata da Mario Draghi fin dai primi giorni dell’invasione ordinata da Putin. E questo nonostante i malumori per il sostegno dato a Kiev non manchino anche nella maggioranza, come dimostra l’ordine del giorno presentato e poi ritirato dalla Lega il 24 gennaio scorso, quando a votare il decreto è stato il Senato, e in cui di fatto si chiedeva lo stop dell’invio delle armi all’Ucraina.

Con il voto di ieri è stato dato il via libera – come spiega il decreto – alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari Sarà adesso un decreto del ministero della Difesa a stabile quali e quanti mezzi verranno assegnati, anche se l’elenco «elaborato dalla Stato maggiore della Difesa» resterà come sempre secretato. Contributi economici a parte, per quanto riguarda il passato l’Italia, stando a quanto trapelato, ha inviato elmetti, giubbotti, sistemi anticarro e antiaereo, mitragliatrici, munizioni, mezzi blindati Lince e artiglieri. Più di recente, invece, sono stati forniti equipaggiamenti per la protezione del rischio Nbcr come tute, maschere protettive e kit per rendere potabile l’acqua.

Intervenendo in aula a nome del Pd, Ascani aveva sottolineato l’assenza di iniziativa diplomatica da parte del governo: «Chiediamo a questo esecutivo di adoperarsi in ogni sede internazionale per una Pace giusta, che si faccia carico delle ragioni dell’aggredito», aveva spiegato. «Lo chiediamo da tempo a questo governo, che non fa corrispondere ad una narrazione baldanzosa sul proprio ruolo nei consessi internazionali altrettanta capacità di iniziativa e orientamento. Tace, piuttosto. E questa assenza, questo vuoto, pesano».

Parlando per il M5S il capogruppo in Commissione Difesa Marco Pellegrini è tornato invece a chiedere di non continuare a inviare armi all’Ucraina. «Chi critica la nostra posizione – ha proseguito – ignora di proposito l’altra gamba su cui si regge la nostra proposta, ossia la richiesta di un cessate il fuoco immediato, di una tregua delle ostilità che impegni anche i russi e gli ucraini, che quindi no avrebbero più bisogno di difendersi. Se le armi tacciono, non occorre inviarne ancora».