Aggressione razzista, proteste a Torpignattara
Roma Due presidi e mille persone nel cuore multietnico della capitale. Domenica sera il ferimento di due uomini indiani e uno del Bangladesh
Roma Due presidi e mille persone nel cuore multietnico della capitale. Domenica sera il ferimento di due uomini indiani e uno del Bangladesh
Più di mille persone sono scese in piazza ieri nel quartiere romano di Torpignattara per protestare contro un’aggressione razzista avvenuta domenica sera nei pressi del parco Giordano Sangalli. Non uno, ma due i presidi a pochi metri. Circostanza che ha generato confusione. Da un lato lo striscione «Contro la guerra quotidiana alle persone immigrate», che ha criticato le richieste di più forze dell’ordine e poi è partito in corteo.
Accanto il sit-in di Anpi, Arci, centrosinistra e associazioni territoriali, molte legate alle scuole di zona, su tutta la Pisacane. «Vicine, vicine», lo striscione in prima fila. «Questo parco è dedicato a un partigiano: ne difenderemo la memoria combattendo il razzismo», dicono al microfono. Tante le critiche alle politiche governative responsabili di provocare «la guerra tra poveri» e alimentare l’odio verso i migranti.
Qualche attimo di tensione si è registrato con un gruppetto che ha gridato ai manifestanti: «Andatevene. Non siete del quartiere». Abitanti di Torpignattara, invece, ce n’erano tanti. Di vecchia data e nuova acquisizione. Probabilmente lo sono anche le vittime dell’aggressione.
Le prime ricostruzioni degli inquirenti, dalle testimonianze delle vittime, dicono che domenica sera nei pressi del parco una banale lite è sfociata in un attacco razzista. Degli adolescenti italiani avevano sottratto un pallone ad alcuni bambini di origine indiana rifiutandosi di restituirlo quando questi dovevano andarsene. I più piccoli hanno chiesto aiuto ai genitori, gli altri a un gruppo di ragazzi italiani tra i 16 e i 17 anni. La tensione è salita e uno di questi avrebbe sferrato un pugno contro un uomo di origine indiana.
A quel punto si è scatenato il caos con botte e lanci di bottiglie. Intanto erano sopraggiunti anche degli adulti italiani. Durante l’attacco sono volati insulti razzisti: «Qua non vi vogliamo», «Ve ne dovete andare, questa è casa nostra», «Negri di merda». Ad avere la peggio due cittadini indiani. Il più grave ha una prognosi di 25 giorni per delle costole rotte. Poteva andargli peggio: è stato colpito con il coccio di una bottiglia, fortunatamente la ferita è superficiale. L’altro ha una prognosi di sei giorni.
La terza vittima è un cittadino del Bangladesh di 60 anni: non c’entrava nulla, ma sceso dall’autobus è stato raggiunto da uno dei tre aggressori. Per gli inquirenti si tratterebbe di un italiano di circa 45 anni, mentre gli altri due di anni ne avrebbero 16-17. I carabinieri hanno acquisito le registrazioni delle telecamere e stanno indagando. Escludono si sia trattato di una spedizione punitiva, ma contesteranno l’aggravante dell’odio razziale.
Colpisce che l’episodio sia avvenuto a Torpignattara, quartiere multietnico dove negli anni recenti non si sono registrate particolari tensioni, sebbene non sia immune dai riflessi di problematiche più generali. Il parco Sangalli può essere considerato un esempio di convivenza: bambini con origini diverse si ritrovano nell’area giochi, un giorno la piazza adiacente ospita la fine del Ramadan, un altro il capodanno cinese o un festival di cinema.
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