La Rai o le emittenti nazionali private che intendano trasmettere trasmissioni dedicate al confronto politico devono assicurare «una effettiva parità di trattamento tra tutti i predetti esponenti oltre che nell’ambito della medesima trasmissione, anche nell’ambito di un ciclo di più trasmissioni dello stesso programma, organizzate secondo le stesse modalità e con le stesse opportunità di ascolto». Così l’Agcom interviene sulla questione del confronto televisivo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, previsto per il prossimo 23 maggio e ospitato su RaiUno da Bruno Vespa, e sostanzialmente afferma di non potere bloccare nulla. Tra le sua facoltà, piuttosto, c’è quella di controllare che anche alle altre forze politiche siano offerti spazi analoghi e che dunque il format pensato per la presidente del consiglio e la segretaria del Pd venga accettato dalle altre liste. Insomma, il confronto si può fare ma serve che le modalità vengano accolte da almeno il 60% delle altre forze politiche.

L’ALTERNATIVA all’evento da Vespa era stata offerta da Enrico Mentana su La7: due confronti tra i leader da tenersi mercoledì 5 e giovedì 6 giugno in prima serata. «Prendendo l’ultimo sondaggio Swg divulgabile quello del 23 maggio – ha spiegato il direttore del Tg di La7 – riserveremo la serata del 6 giugno ai rappresentanti delle liste maggiori». L’idea era piaciuta soprattutto ai due grandi esclusi dal duello Meloni-Schlein, gli ex soci di maggioranza Conte e Salvini. Dunque, se il leader leghista ha invocato più confronti. il Movimento 5 Stelle ha scritto proprio all’autorità di garanzia per le comunicazioni per chiedere garanzie sulla parità di condizioni e di trattamento. L’organismo nella seduta di ieri afferma di rispondere alle sollecitazioni della pentastellata Barbara Floridia, nella veste di presidente della commissione vigilanza, e di Michele Santoro, in quanto esponente della lista Pace, terra e dignità.

IL DISSENSO è trasversale agli schieramenti. Si è detta contrariata la renziana Maria Elena Boschi, che è anche vicepresidente della commissione vigilanza e ha manifestato il suo dissenso Carlo Calenda. «Alle europee si corre con il proporzionale – ha detto l’altro vicepremier e coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani – Quindi tutte le forze devono partecipare al dibattito. Non ci sono forze di serie A e quelle di serie B». Il ministro degli esteri invoca un confronto «all’americana», «con tutti i leader in scena, così si rispetta la par condicio e lo spirito del sistema elettorale. In questa tornata di votazioni non c’è centrodestra contro centrosinistra, ma uno schema di gara differente: non tra due schieramenti ma tra tanti partiti».

MA PER AGCOM, appunto, nulla vieta che oltre al duello tra Meloni e Schlein ci siano altre occasioni di confronto. «Non è una questione di giustizia, ma di scelta editoriale che sta in capo alle redazioni – spiegano dall’authority ad Affaritaliani.it – La formula del confronto è consentita, fatto salva la possibilità di destinare analoghi trattamenti alle altre forze politiche candidate». In particolare, viene citato l’articolo 7 del regolamento Agcom, che impone la «tutela del pluralismo, imparzialità, indipendenza, obiettività, equilibrata rappresentanza di genere e apertura alle diverse forze politiche» e che al comma 11 si occupa di «regolare i confronti tra gli esponenti di vertice delle forze politiche assicurando effettiva parità di trattamento». Dunque, è la conclusione, «l’autorità non ha nessun potere di blocco in generale. Semmai ci sarebbe una sanzione in caso di violazione della par condicio».