È morto ieri Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica istruzione nel primo governo Prodi e nei due governi guidati da Massimo D’Alema dal 1998 al 2000. Nel governo Prodi aveva guidato anche il dicastero dell’Università. Storica figura del Pci e poi del Pds e del Pd, Berlinguer, cugino di Enrico, aveva 91 anni e da agosto era ricoverato all’ospedale di Siena, dovesi è spento. Originario di Sassari, ha legato la sua carriera accademica a Siena, dove è stato docente universitario e rettore. Oltre a guidare il ministero dell’Istruzione, è stato deputato (per la prima volta nel 1963), senatore e, dal 2002 al 2006, membro laico del Consiglio superiore della magistratura. L’ultima elezione nel 2009 al Parlamento europeo con il Pd.

Durante la sua esperienza di governo, ha lavorato a una ambiziosa riforma della scuola, che prevedeva due cicli: sette anni di ciclo primario o di base (dai 6 ai 13 anni) e cinque di ciclo secondario (dai 13 ai 18), con l’obbligo scolastico fissato a 15 anni, al termine del secondo anno del ciclo secondario. La riforma fu approvata, poi spazzata via dalla ministra Moratti durante i governi Berlusconi dopo il 2001. E’ rimasta in vigore invece la riforma dell’Università, quella che ha istituito la laurea triennale seguita dai due anni di magistrale. «Ci mancheranno la curiosità, l’intelligenza, la passione e il modo innovativo in cui ha inteso e progettato la scuola. Un patrimonio inestimabile di idee», il commento di Irene Manzi, responsabile scuola del Pd. «Ha lasciato una traccia importante», dice il ministro dell’Istruzione Valditara. Oggi la camera ardente al rettorato dell’Università di Siena.