Lavoro

Acciaio a Piombino, flebile luce dopo 10 anni

Acciaio a Piombino, flebile luce dopo 10 anniLa Rsu delle Acciaierie di Piombino – Cristini

Siderurgia Il via libera del Mimit al piano industriale di Jindal, che prevede solo l'ammodernamento del treno rotaie, sblocca comunque l'impasse per un accordo di programma in vista di una nuova acciaieria Metinvest-Danieli a Ischia di Crociano con due forni elettrici. Mentre quello di Jsw è rinviato a data da destinarsi, fra le proteste dei sindacati metalmeccanici

Pubblicato circa un mese faEdizione del 5 settembre 2024

L’ormai decennale partita per il rilancio del polo siderurgico piombinese, almeno secondo il Mimit, starebbe per concludersi con la firma la prossima settimana del contratto tra Jsw e Metinvest-Danieli per la condivisione delle aree demaniali, ed a seguire un accordo di programma che peraltro è slittato più volte di fronte all’indisponibilità di Jindal di concedere alcunché, almeno fin quando non sarebbe stato accettato dal ministero guidato da Adolfo Urso uno (pseudo) piano industriale incentrato solo sul “revamping” del treno rotaie, la sola attività che grazie al contratto con il Gruppo Fs offre guadagni certi.

Al di là degli annunci del Mimit, la sola certezza è che Saijan Jindal e il suo braccio destro Marco Carrai l’hanno avuta vinta. E lo storico amico di Matteo Renzi, di fronte alla mancanza di un forno elettrico nel piano industriale, addossa di fatto le responsabilità al sindaco Ferrari spiegando: “Non è previsto. Faremo, come d’accordo con il Comune, uno studio per stabilire la possibile collocazione e per garantire l’assenza di aspetti ambientali negativi. Se il Comune darà l’ok andremo avanti”.

Ben diversa la chiave di lettura data da Loris Scarpa, segretario nazionale Fiom, e da David Romagnani, segretario dei metalmeccanici Cgil livornesi: “A conti fatti, spogliato da ogni travestimento, si tratta di un mero ammodernamento del treno rotaie, che qualora venisse realizzato arriverà comunque con sei anni di ritardo. Mentre l’annunciata realizzazione del forno elettrico, su cui continuano a prendere innumerevoli incognite, ormai è funzionale esclusivamente alla speculazione sul mantenimento di ulteriori pezzi di aree industriali”.

Più o meno sulla stessa linea la Uilm, che con il segretario nazionale Guglielmo Gambardella e Lorenzo Fusco osservano: “Riteniamo insufficiente l’apporto economico di 20 milioni di equity su oltre 143 milioni complessivi previsti dal piano. È stata ancora assente nella discussione la progettualità della Gsi, in cui i lavoratori stanno attendendo da anni il rilancio della produzione. Stessa condizione è vissuta da Piombino Logistics, per la quale ancora si dichiarano impegni e progetti, pari a 16 milioni, ma senza elementi di certezza. Infine le condizionalità poste da Jsw perla realizzazione del forno elettrico rendono praticamente irrealizzabile l’investimento”.

Si fa sentire anche il sindacato di base Usb: “Il board indiano ha dato l’ok esclusivamente al treno rotaie e ad un rifacimento della banchina. E ad oggi, su un organico di 1.350 persone (più altre 150 fra Gsi e Piombino Logistics, ndr), Jsw dichiara di poterne occupare solo 400 in tutto”.

A conti fatti la sola speranza per la siderurgia piombinese, e per più di un migliaio di lavoratori in cig da ben dieci anni, è legata al progetto degli ucraini di Metinvest insieme ai friulani di Danieli di una nuova acciaieria. In teoria “green” e con due forni elettrici, ma il cui progetto è stato rifiutato dagli enti locali friulani dopo reiterate proteste della popolazione, da realizzare fuori città nell’area di Ischia di Crociano.

Se sarà firmato l’accordo di programma (il Minit assicura “entro fine mese”), allora qualcosa finalmente si sarà mosso. Massimo Braccini, segretario generale Fiom di Livorno e Grosseto, tira le somme: “Fino a che non si è presentata a Piombino una nuova compagine industriale con l’intenzione di investire e produrre, non abbiamo sentito alcuna proposta di sostegno da Federacciai. Sembra quasi che sarebbero più soddisfatti se a Piombino si producessero solo rotaie, con tutto ciò che comporterebbe in termini negativi per l’occupazione e lo sviluppo della città”.

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