Il tema di quest’anno è «I prossimi passi: la marcia in un’America post-Roe». Ieri, a Washington, si è tenuta la cinquantesima March for Life, la “marcia per la vita” degli antiabortisti Usa. La prima da quando il movimento ha vinto la sua battaglia con il rovesciamento, lo scorso giugno, della sentenza della Corte suprema Roe v. Wade che sanciva il diritto federale all’interruzione volontaria di gravidanza, e che domani avrebbe festeggiato cinquant’anni di vita.

Per questo ieri la marcia non è confluita verso il solito luogo, la Corte suprema, ma è continuata verso il Campidoglio, a sottolineare il nuovo obiettivo: una legge che abolisca o restringa il diritto all’aborto in tutta la nazione. Sul sito della March for Life viene infatti enfatizzato il «bisogno, in assenza di Roe v. Wade, di attivisti che continuino a marciare», e a «battersi per uno standard federale minimo per proteggere vite innocenti».
Ma quest’anno, dopo che i pessimi risultati del Gop al midterm sono stati in larga parte attribuiti proprio al ribaltamento di Roe, il loro raduno ha attirato meno politici di spicco rispetto al solito, mentre gli anni scorsi aveva partecipato lo stesso presidente Trump e il suo vice Mike Pence. Nella scaletta degli interventi dal Campidoglio arrivano solo il leader della maggioranza alla Camera Steve Scalise e un deputato del pro-life Caucus (apre nientemeno che l’interprete di Gesù nella serie «rivoluzionaria», scrivono gli organizzatori, The Chosen).

E mentre nella capitale confluivano i manifestanti, fra bandiere Trump 2024, il presidente Biden ha celebrato la sentenza del 1973: «La Corte aveva ragione cinquant’anni fa. Era una decisione equilibrata con un ampio consenso popolare che la maggioranza degli americani ha continuato a sostenere per 50 anni. Era un principio costituzionale riaffermato da giudici nominati sia da presidenti democratici che repubblicani». «Continuerò a spronare il Congresso a approvare una legislazione che sancisca queste protezioni una volta per tutte». E domani manifestano a Madison (Wisconsin), e in decine di città americane, le attiviste della Women’s March. Il loro slogan è Bigger than Roe – più grande di Roe: la loro lotta e i diritti delle donne a decidere del proprio corpo.