In vista delle elezioni locali in Turchia, che si terranno domani 31 marzo, gli occhi sono puntati su Istanbul. La vittoria dell’opposizione nella metropoli e nella capitale Ankara, nel 2019, dopo 25 anni di amministrazione Akp, sembrava poter indicare l’inizio della fine per il regime. Ora, dopo la riconferma alle presidenziali di maggio, Erdoğan punta a riconquistare Istanbul.

Contro l’attuale sindaco Ekrem Imamoğlu, del Chp, l’Akp ha candidato Murat Kurum, una carriera nell’immobiliare erdoğaniano: da Toki, la potentissima Amministrazione per l’Edilizia di Massa, a Emlak Konut, compagnia di real estate a guida statale, fino alla poltrona di ministro dell’Urbanizzazione nell’ultimo governo. Un profilo che indica come il governo miri a rimettere le mani sulla città.

NEI CINQUE ANNI di governo dell’opposizione a Istanbul, i conflitti tra amministrazione locale e governo centrale sono stati all’ordine del giorno. Questioni come la messa in sicurezza antisismica dello stock abitativo, la costruzione del Kanal İstanbul, gli interventi sullo spazio pubblico, le nuove infrastrutture di trasporto, il rilascio di licenze edilizie e la demolizione di strutture abusive sono state al centro di scambi di accuse, boicottaggi e competizione continua.

La campagna elettorale è incentrata sulle prospettive di “trasformazione urbana”, che significa principalmente ricostruzione ex-novo di interi quartieri a rischio sismico, spesso di origine informale. La propaganda governativa presenta Kurum come “l’uomo che porterà la trasformazione urbana a Istanbul” mentre gran parte dell’opposizione, piuttosto che contestare le modalità di attuazione, fa notare come da ministro abbia realizzato molto meno di quanto promesso.

Ogni candidato posa davanti ai propri megaprogetti, in realizzazione o promessi: Imamoğlu con elmetto davanti ai blocchi di edilizia sociale completati dall’azienda comunale KIPTAŞ, Kurum davanti ai numeri di unità abitative che intende realizzare, almeno 650.000. Al ritmo sostenuto sotto la sua guida al dicastero, adempiere alla promessa richiederebbe 160 anni.

Dai megaschermi nelle strade di Beyoğlu, il sindaco Akp del distretto, in corsa per un secondo mandato, parla davanti al cantiere di Fetihtepe, un ex gecekondu raso al suolo con l’intervento della polizia per reprimere le proteste. Dagli striscioni, il suo sfidante del Chp promette invece una trasformazione “giusta, partecipativa e trasparente”. Il candidato islamista del Saadet Partisi, invece, annuncia una “trasformazione urbana gratuita”, mentre le politiche attuali impongono pesanti mutui ai residenti.

UNA RAFFICA di inaugurazioni di nuove linee metropolitane indica come anche la rete del trasporto sotterraneo sia un terreno di scontro. Dopo la sconfitta nel 2019, il governo ha preso a costruire le proprie metropolitane, battezzandole Linee U, con un proprio simbolo, che sta per Ulaşım Bakanlığı, ministero dei Trasporti.

Nel frattempo i fondi per lo sviluppo delle linee M, gestite dal comune, sono bloccati. Kurum promette l’attesa estensione della Linea 2, un progetto preparato dall’amministrazione comunale a cui il governo ha finora negato i finanziamenti.

Reti cittadine e associazioni di residenti denunciano i grandi piani di espropriazione e gentrificazione che il governo, per mano di Kurum, intende estendere. La gigantografia dell’ex ministro appesa sul cantiere di Fikirtepe, un quartiere informale trasformato in una selva di blocchi di cemento ancora in costruzione, ha preso a circolare sui social media: “Ecco l’opera di Kurum da ministro”. Pochi giorni dopo, il manifesto è stato rimosso.

QUANDO Kurum ha dichiarato di non avere in programma il faraonico Kanal Istanbul, un secondo Bosforo artificiale fortemente voluto dal presidente turco e leader dell’Akp Erdoğan e opposto dal comune di İstanbul e da molti abitanti, il governo ha fatto sapere che l’opera non è inserita nel programma solo perché ricade sotto la responsabilità del ministero delle Infrastrutture, non del comune. Imamoğlu ha attaccato il rivale: “Se dovesse dire che Kanal Istanbul è un errore, chi lo comanda gli darebbe una bella lavata di capo”.

Sabato 23 Marzo, la rete Ya Kanal Ya Istanbul (O il Canale O Istanbul) ha indetto una manifestazione per ribadire l’opposizione al candidato dell’Akp e ai piani di urbanizzazione del governo: “O Kurum o Istanbul!”. Il giorno successivo, sul terreno del dismesso aeroporto Atatürk, altro campo di battaglia tra governo e opposizione, Erdoğan e Kurum hanno arringato la folla: “Puntate gli orologi, arriva Murat Kurum!”