Il 17 e 18 luglio 2023 si terrà a Bruxelles il Vertice dei capi di Stato e di Governo della Comunità degli Stati dell’America latina e dei Caraibi (CELAC) e dell’Unione europea (UE). Un vertice che riunirà leader europei, latinoamericani e caraibici con lo scopo di rafforzare le relazioni. Un’occasione senza precedenti poiché, sebbene in questi anni siano state realizzate riunioni ministeriali e incontri informali, il dialogo ai massimi livelli manca dal 2015. E in questa legislatura europea la von der Leyen ha cominciato ad accorgersi dell’importanza dell’America Latina solo dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Di qui il viaggio in Brasile, Argentina, Cile, Messico effettuato pochi giorni fa.

Il tema del vertice è quanto mai attuale: “Rinnovare il partenariato biregionale per promuovere la pace e lo sviluppo sostenibile”. Uno scambio, dunque, sulle grandi sfide globali che stiamo affrontando e che sapremo sostenere solo sviluppando un’ottica di cooperazione internazionale rafforzata. Ma al di là degli aspetti formali esiste una agenda di lavoro che non può prescindere dagli scambi commerciali, diplomatici e dalle questioni energetiche e della filiera alimentare.

Durante la due giorni di dialogo formale, si svolgerà, in parallelo, un evento politico di primaria importanza: la Cumbre de los Pueblos. Una sorta di Social Forum per promuovere un modello alternativo di sviluppo, cooperazione e integrazione all’insegna dell’equità, della giustizia sociale e della sostenibilità. Un sistema di relazioni politiche, culturali e diplomatiche simmetrico, paritario e giusto. Un’occasione per discutere dei temi di attualità e condividere esperienze di lotta e di resistenza con l’intento di rafforzare i legami tra movimenti, sindacati, comunità di migranti, associazioni, popoli originari, intellettuali, personalità e forze politiche dei due continenti. A partire dalle esperienze delle coalizioni progressiste che governano gran parte dei Paesi del subcontinente americano.

Il Vertice dei popoli vivrà di tre momenti principali. Un momento politico (17 e 18 luglio) presso l’Università libera di Bruxelles con una serie di panel su pace e democrazia, mezzi di comunicazione e disinformazione, relazioni tra Sud e Nord del mondo, decolonizzazione e depatriarcalizzazione, confluenza migratoria, crisi del debito pubblico, diritti dei popoli originari, diritto alla protesta. Dall’Italia prevista la presenza di Mediterranea con Luca Casarini e Don Mattia per discutere di flussi migratori dai diversi Sud del mondo e accoglienza. Inoltre sono stati invitati i leader di PD, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra.

Ci sarà poi un momento culturale, nel pomeriggio di lunedì 17, con un festival della solidarietà che coinvolgerà artisti e musicisti provenienti dall’America Latina, dai Caraibi e dall’Europa. Infine un momento istituzionale, la sera del 18 luglio, in cui i capi delle delegazioni di vari Paesi e i leader sociali dei due continenti si incontreranno e presenteranno pubblicamente la “Dichiarazione dei Popoli 2023”; un documento prodotto al termine della due giorni con lo scopo di promuovere una collaborazione permanente, una spinta rinnovata alla dimensione internazionalista e allo scambio costante tra popoli, culture e movimenti politici e sociali progressisti.

Si sta lavorando per avere a Bruxelles presenze istituzionali di alto livello. In particolare si confida nella partecipazione del Presidente brasiliano Lula, del Presidente argentino Fernández, del Presidente cubano Díaz-Canel, del Presidente Colombiano Petro, del Presidente boliviano Arce, della Presidente dell’Honduras Castro, del Presidente di Saint Vincent e Grenadine Gonsalves e della Ministra degli Esteri messicana Bárcena.

***Massimiliano Smeriglio (S&D), Ana Maria Miranda Paz (Verdi/ALE), Manu Pineda (The Left)