RESIST. Vigore, velocità e dimensioni mai viste prima

Il movimento Resist che per 4 anni si è opposto metodicamente alle politiche di Trump, ha avuto il suo debutto a Manhattan il giorno dopo l’elezione di Trump, con una manifestazione di circa 10 mila persone a cui hanno partecipato Madonna, Cher e Lady Gaga.

Il giorno seguente ci sono state manifestazioni in tutti gli Usa; a Los Angeles i manifestanti hanno bloccato le autostrade, come a San Diego e Portland, dove i cortei sono stati dispersi dalla polizia a tarda notte. A New York le proteste si sono concluse alle 3 del mattino ed è stato fatto un appello per continuarle tutti i giorni. E così è stato.

David Meyer, professore di sociologia presso l’Università della California, ha detto che non è insolito vedere proteste dopo un nuovo presidente, «ciò che è insolito è il vigore, la velocità, le dimensioni e il numero di questioni su cui è stato sfidato Trump, ogni fine settimana, ogni paio di giorni. È una questione diversa. Non avevamo mai visto niente di simile prima».

 

New York, 12 novembre 2016. La protesta di fronte alla Trump Tower (foto Ap)

 

MARCH FOR OUR LIVES. Gli studenti sfidano la lobby delle armi

La March For Our Lives è una manifestazione guidata dagli studenti a sostegno delle leggi per il controllo delle armi. Il corteo principale si è svolto a Washington il 24 marzo 2018, cui sono seguiti oltre 880 eventi fratelli negli Stati uniti e in tutto il mondo.

La protesta è stata organizzata da Never Again, organizzazione studentesca nata in seguito alla sparatoria alla Marjory Stoneman Douglas High School a Parkland in Florida, avvenuta un mese prima. Le richieste di Never Again riguardano i controlli dei precedenti penali per chi vuole acquistare armi, l’innalzamento a 21 anni a livello federale dell’età minima per possedere un’arma, il divieto di vendita di armi da fuoco automatiche ad alta capacità.

L’affluenza totale ai cortei è stata stimata tra 1,2 e 2 milioni di persone negli Stati uniti, rendendo la March For Our Lives una delle più grandi proteste nella storia americana.

 

Washington, 24 marzo 2018. La protesta  “March for Our Lives” su Pennsylvania Avenue (foto Ap)

 

WORLDPRIDE NYC. 50 anni dopo le rivolte di Stonewall

Nel giugno 2019, in occasione del 50° anniversario delle rivolte di Stonewall del 1969, a New York si è svolto il WorldPride NYC, una serie di eventi e celebrazioni lgbtq culminata il 30 giugno con una parata di 12 ore dove hanno sfilato 150 mila partecipanti e 695 gruppi. La celebrazione è stata il più grande evento lgbtq della storia, con una stima ufficiale di 5 milioni di partecipanti al Pride nella sola isola di Manhattan. Lo Stonewall 50 Planning Committee di Heritage Of Pride (Hop), ha iniziato a lavorare nel luglio 2009 al primo WorldPride ospitato negli Stati uniti.

L’elezione di Donald Trump a presidente e il memorandum formale del marzo 2018 che descrive in dettaglio il divieto per le persone transgender di far parte dell’esercito, hanno portato la comunità lgbtq ad essere ancora più attiva nelle piazze a fianco di migranti, minoranze, donne, lavoratori illegali.

 

New York, 30 giugno 2019. Queer Liberation March nel  50mo anniversario del WorldPride (foto Ap)

 

BLACK LIVES MATTER. Da Trayvon Martin a George Floyd, rabbia nera

Black Lives Matter è un movimento politico e sociale decentralizzato che sostiene la disobbedienza civile non violenta contro gli episodi di brutalità della polizia e tutte le violenze di matrice razzista contro i neri.

L’hashtag #blm è comparso nel luglio 2013, dopo l’assoluzione dell’assassino del 17enne afroamericano Trayvon Martin, il suprematista bianco George Zimmerman. Il movimento ha assunto dimensione nazionale nel 2014 dopo l’uccisione di altri due afroamericani: quella di Michael Brown che ha provocato proteste e disordini a Ferguson, Missouri, e quella di Eric Garner a New York. Nel 2020 l’omicidio di George Floyd da parte di un poliziotto di Minneapolis ha diffuso la protesta a livello globale.

Si stima che nel 2020 negli Stati uniti abbiano partecipato alle proteste da 15 a 26 milioni di persone, rendendo Black Lives Matter uno dei più grandi movimenti nella storia americana.

 

Washington, 28 agosto 2020. Marcia in onore di George Floyd al Lincoln Memorial (foto Ap)

 

WOMEN’S MARCH. I diritti delle donne sono diritti umani

La Women’s March si è svolta in tutto il mondo il 21 gennaio 2017, il giorno successivo all’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Il corteo di Washington ha attirato oltre 470 mila persone, e nelle 408 manifestazioni che si sono svolte in tutti gli Stati uniti Usa hanno partecipato qualcosa come 5.246.670 persone, vale a dire dall’1,0 all’1,6% della popolazione statunitense. La partecipazione mondiale è stata di oltre 7 milioni di persone in 81 Paesi. con 673 cortei in tutti e 7 i continenti. Un corteo correlato si è svolto anche in Antartide.

Dal 2017 la Women’s March si tiene tutti gli anni con il fine di «proteggere i diritti delle donne, dei lavoratori, della comunità lgbtq, dei migranti, dell’ambiente, dei disabili, la salute nostra e delle nostre famiglie, riconoscendo che le nostre comunità vivaci e diversificate sono la forza di questo nostro Paese».

 

Una Women’s March a Washington, 21 giugno 2017 (foto Ap)

 

TRAVELBAN. Legge islamofoba, aeroporti sotto assedio

Dal 28 gennaio al 6 febbraio 2017, migliaia di persone si sono radunate in vari aeroporti Usa per manifestare contro l’«Ordine esecutivo 13769» che impediva il ritorno dei rifugiati e altri visitatori da sette Paesi considerati «non sicuri» dal presidente Trump.
Il 27 gennaio più di duemila persone si erano riversate spontaneamente all’aeroporto John F. Kennedy di New York e le proteste sono continuate a livello nazionale anche dopo che un giudice federale aveva emesso un ordine restrittivo temporaneo contro parti del travelban. I tassisti, per lo più immigrati, hanno interrotto le corse da e per il Terminal 4 del Jfk dove atterrano gli aerei provenienti dai Paesi invisi a Trump. Uber non lo ha fatto e nel giro di poche ore migliaia di persone hanno disinstallato l’app procurando perdite per centinaia di migliaia di dollari. Gli aeroporti Usa in breve sono stati occupati da cittadini e avvocati con sportelli improvvisati per i migranti.

 

Protesta contro il MuslimBan all’aeroporto internazionale di Los Angeles, 4 febbraio 2017 (foto Ap)