Se stiamo qui a sviscerare quel fenomeno culturale chiamato punk, ancora e sempre con interesse, è certo per ricordare e capirne i motivi, l’evoluzione e anche la fine, ma probabilmente è anche un monito a questa modernità che, da un lato, è schiacciata dal convenzionalismo dalla rappresentazione pubblica dei singoli, dall’altro, è incapace di intercettare gli scossoni che dal basso costituiscono i nuovi motori dell’underground (che esiste, malgrado tutto). Nel volume pubblicato da Goodfellas edizioni, collana Spittle, curato e scritto da Matteo Torcinovich (già autore fra gli altri di Grafika 80!, sempre per Goodfellas), 1977 Don’t Call It Punk –...