Ancora nel mare di Bering proprio come 19 anni fa con il Kursk. E ancora un sottomarino dell’esercito russo della flotta del Nord: una maledizione che si ripete e che sta provocando un’ondata di emozioni e di domande tra i russi.

IERI POMERIGGIO con uno stringato comunicato il ministero della Difesa russo ha informato che «14 marinai della marina russa sono morti all’interno di un sottomarino che si trovava in acque territoriali e stava conducendo degli studi sul fondale dell’oceano, a causa di asfissia seguita di un incendio». Mentre andiamo in stampa il Cremlino non ha ancora emesso alcun comunicato. Tuttavia il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha informato che il presidente russo «ha annullato tutti gli impegni assunti in precedenza ed è a colloquio con il ministro della difesa Sergey Shoygu».

Malgrado però la ritrosia del ministero della Difesa russo a fornire informazioni dettagliate su quanto è avvenuto, la stampa russa ha già iniziato a fare delle ipotesi. Secondo il portale Rbc che cita proprie fonti riservate l’incidente sarebbe avvenuto sul sottomarino nucleare AS-12, noto come Losharik. Il Losharik fa parte del gruppo principale di sottomarini per la ricerca in acque profonde ed è in grado di operare fino a 6 km di profondità. L’equipaggio solitamente è composto da 25 persone, tutti gli ufficiali.

IL SITO Severomorsk Life già nella mattinata di ieri aveva parlato non solo di un incendio all’interno del sottomarino ma persino di un’esplosione. L’ipotesi di una esplosione, che se confermata renderebbe la situazione ancora più drammatica, è sostenuta anche dal moscovita Kommersant. La tesi che l’incidente sia avvenuto su un sottomarino nucleare sono state confermate indirettamente anche dal rapporto del quartier generale navale di Murmonsk, il quale ha voluto tranquillizzare l’opinione pubblica affermando che «la radioattività nella regione e sui fondali del mare sono nella norma». Le fonti di Severomorsk Life parlano di «14 morti e 4 feriti» che sarebbero ricoverati nell’ospedale di Severomorsk.

L’OPINIONE PUBBLICA RUSSA ora si interroga sullo stato della propria marina, visto che non si tratta del primo grave incidente su mezzi anfibi dotati di reattori nucleari. Il caso più commovente e che tenne tutto il mondo con il fiato sospeso (e a cui seguirono molte polemiche) fu quello del sottomarino nucleare russo k-141 Kursk. Il 12 agosto 2000 il Kursk si inabissò e morirono tutte le 118 persone dell’equipaggio.

Ma non è stato l’unico e il solo incidente della marina russa. Il 29 maggio 1992 sul Severomorsk si verificò un’esplosione e un incendio in cui morirono 5 persone. Il 26 gennaio 1998 si verificò lo stato di emergenza sul sottomarino nucleare B-527 nella baia di Zapadnaya Litsa e a seguito di un incendio morì il comandante dell’equipaggio.

Il 30 agosto 2003 nel Mare di Barents, vicino all’isola di Kildin, la nave nucleare K-159 dopo una tempesta affondò. Le 10 persone dell’equipaggio restarono in acqua per ore e solo una si salvò. Il 14 novembre 2004 a Vilyuchinsk (Kamchatka) vi fu un’emergenza sul sottomarino nucleare K-223 Podolsk per un guasto e un marinaio rimase ucciso e 2 restarono gravemente feriti.

IL 7 SETTEMBRE 2006, nell’area della penisola di Rybachiy nel sottomarino nucleare B-414 si sviluppò un incendio e 2 marinai morirono asfissiati. Infine 8 novembre 2008, durante dei test nel Mar del Giappone sul sottomarino nucleare K-152 Nerpa, si verificò l’attivazione non autorizzata del sistema di estinzione automatica. Tre soldati e 17 civili restarono stati uccisi.