I palestinesi in Italia ringraziano, che altro possono fare… Il ministro degli esteri Tajani ha ricevuto a Roma ben 11 bambini palestinesi bisognosi di cure all’aeroporto di Ciampino, smistati in ospedali come il Bambin Gesù, «poi – dice – ne arriveranno altri cento». Luci e riflettori, cineprese, giornalisti, tutta l’attenzione – che riproporrà, benevolo, in altri spot in tv – è per lui, Tajani il soccorrevole.

Abeer Odeh, l’ambasciatrice palestinese dell’Anp, ringraziando il popolo italiano, fa appena in tempo a chiarire: «Ci sono decine di migliaia di bimbi feriti ora Gaza», ma ormai il messaggio è arrivato: che non si dica che l’Italia non soccorre i bambini palestinesi. Intanto nella Striscia di Gaza, dice Save The Children, in poco più di 100 giorni sono stati uccisi diecimila bambini, mille sono stati mutilati, più di 20mila sono quelli feriti e 19mila sono rimasti orfani e vagano senza sapere chi sono.

E l’Italia che ha fatto? Di fronte a tanto orrore non ha mai chiesto il cessate il fuoco e si vanta, con Tajani, di essere stato il primo paese – con Usa, Gran Bretagna, Canada, Australia e altri nove – ad avere sospeso i fondi all’Unrwa che i soccorsi veri a milioni di palestinesi, il popolo dei campi profughi, li porta da 75 anni. Una scelta quella italiana – basata sull’accusa israeliana tutta da provare che 12 dipendenti (su 30mila) avrebbero partecipato all’attacco di Hamas del 7 ottobre – dimenticando che 100 operatori dell’Unrwa sono stati uccisi dai raid israeliani.

La «scelta» del governo italiano – scioccante per l’Onu e contraddetta dall’Ue – misconosce il giudizio della Corte dell’Aja che giudica «plausibile» l’imputazione di genocidio per Israele e che per questo obbliga il governo israeliano a far entrare «immediatamente» e in «modo efficace» aiuti alla popolazione palestinese alla fame. Ministro Tajani, com’è umano Lei…