«È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Ritroviamo questo testo nella quarta di copertina di un volume frutto della ricerca scrupolosa e appassionata del Dipartimento Antifascismo del Prc: Dodicesima disposizione. Fascismo e neofascismo: conoscerli per combatterli (Nuova edizione ampliata, Bordeaux, pp. 254, euro 20). Nella prima del lavoro, «Il fascismo e l’antifascismo», viene raccontata la genesi del fascismo storico a partire dalla Prima guerra mondiale fino alla promulgazione della Costituzione. Nella seconda parte, «Il neofascismo, i tentativi di golpe, le stragi», procedendo dalla nascita del Msi a Piazza Fontana, dal golpe Borghese a piazza della Loggia a Brescia, senza sottovalutare il brigatismo rosso e il caso Moro, fino al razzismo neofascista dei nostri giorni, viene ripercorsa la storia del nostro Paese lastricata dei delitti «neri» nel nome, va sottolineato, di quello che fu uno dei segni distintivi della Repubblica a matrice Dc, conservatrice e reazionaria, ossia l’anticomunismo. Va letta, a proposito del neofascismo razzista degli anni 2000, l’intervista a Saverio Ferrari, dell’Osservatorio democratico sulle Nuove Destre.

IL VOLUME ha come obiettivo primario la battaglia contro le narrazioni false e menzognere. Basterebbe il sottotitolo per rendersene conto: «Conoscere il fascismo e il neofascismo per combatterli». Questa seconda edizione, ampliata rispetto alla prima, è impreziosita dalla Prefazione di Raul Mordenti nella quale viene chiarito, a partire dal principio che la verità è sempre rivoluzionaria, che non si tratta di un’operazione propagandistica bensì di un lavoro militante. Com’è ovvio e giusto, Mordenti prende di petto la situazione politica attuale ricordando che il Msi è la vera matrice del partito di Meloni che, proprio per questo, mantiene quella fiamma nel suo simbolo. Sottolinea Mordenti come questi sgovernanti impongano al Paese «le loro leggi padronali, xenofobe, repressive, omofobe e patriarcali-tradizionaliste».

UN’ULTIMA RIFLESSIONE su coloro che dovrebbero essere i primi, anche se non unici, destinatari di questo lavoro: i giovani. Chi, fra coloro che hanno qualche anno in più, non ricorda le squadracce armate dei «camerati», guidati da Almirante e Caradonna all’Università di Roma? Ebbene chi è stato vittima di quelle violenze o soltanto di esse testimone deve consigliare ai giovani di leggere questo libro tenendone continuamente presente l’esergo costituito da una lettera di Gramsci al figlio maggiore Delio. In questa lettera il comunista sardo scrive di scuola e di storia. Scrive, quindi, per il figlio e per tutti quei giovani che, nella scuola, studiando la storia, imparano a conoscere il fascismo, in tutte le sue forme, per combatterlo; proprio come suggerisce questo libro.