La candidatura di Ilaria Salis sta smuovendo al voto anche settori sociali e soggetti politici che non hanno grande familiarità con le urne o per i quali la critica della democrazia rappresentativa è elemento caratterizzante. Il motivo è semplice, per certi versi lineare: il voto per Salis ha un effetto immediato, liberare la militante antifascista. E rappresenta una sfida alle estreme destre di Orban e Meloni oltre che l’irruzione di una attivista di base nel parlamento europeo.

Alcuni appelli al voto sono già stati espressi, altri sono in fase di elaborazione e probabilmente arriveranno presto. Tra i primi ad esporsi, in questo senso, sono stati i centri sociali e i collettivi che si riconoscono nel portale InfoAut. Tra di essi ci sono i torinesi di Askatasuna, che da qualche settimana si sono impegnati in un percorso difficile e delicato, anch’esso insolito rispetto alla loro storia, per approdare al riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale dello spazio che occupano da ormai trent’anni. «Certo, nel nostro mondo ideale sarebbe bello avere in Italia, Ungheria e tutta Europa un movimento di massa in grado di pretendere la sua liberazione sul piano della lotta, ma così non è qui ed oggi – si legge nel documento uscito su InfoAut – Dobbiamo capire come fare forza della nostra debolezza. Che qualcuno scelga di candidare Ilaria per genuina solidarietà o/e opportunità elettorale poco ci importa… Se la campagna per la sua liberazione passa attraverso le urne andremo a cercare dove diavolo è finita la tessera elettorale e faremo la nostra parte».

Concetto ribadito dal network Milano in Movimento: «Semplicemente di fronte a una compagna che sta nel pozzo nero di un carcere – scrivono – se possiamo buttare una fune per tirarla fuori ci iscriviamo al partito di quelli che una volta che la fune è buttata si mettono a tirare per farle scalare le pareti del pozzo».

Prima di loro, aveva preso posizione Potere al popolo, una delle forze che assieme, tra gli altri, a Luigi De Magistris e a Rifondazione comunista aveva fatto nascere Unione popolare. Pap aveva fatto sapere di aver scelto «di dare indicazione a tutte e tutti gli elettori di votare e far votare Ilaria Salis nelle circoscrizioni in cui sarà candidata». «Prendiamo questa scelta senza nessun confronto con la dirigenza di Alleanza Verdi Sinistra, di cui condividiamo poco o nulla – spiegano da Pap – La prendiamo senza allearci, senza contropartite, senza secondi fini».

Da Roma, hanno espresso la loro indicazione di voto tre spazi sociali: Esc, Communia e il Casale Garibaldi. «Il voto a Ilaria Salis ha un doppio valore, simbolico e concreto, che ci spinge a superare ritualità e dubbi legati allo strumento del voto e, per la prima volta, a dare un’indicazione collettiva netta – spiegano nel loro documento – A chi crede che tirare fuori dal carcere Ilaria Salis sia più importante di slogan e tic ideologici diciamo di andare alle urne l’8 e il 9 giugno. Per praticare l’obiettivo bisogna votare Avs in tutta Italia, affinché superi lo sbarramento del 4%, e scrivere Ilaria Salis accanto al simbolo del partito nella circoscrizione nord-ovest e delle isole». E ancora: «La sfida è complicata e non basta votare in silenzio. È necessario farsi sentire, essere della partita e prendere l’iniziativa».