Alberta Balsam a Radio Worm foto di João Pedrozo

È da Rotterdam che prendiamo le mosse per quest’ultimo capitolo di Fuori Onda, dedicato alle esperienze radiofoniche sul web che travalicano i confini nazionali. «La bassa barriera alla partecipazione è un punto di forza cruciale» spiega Ash Kilmartin, uno degli animatori di Radio Worm, nata nel 2019 nell’omonimo centro culturale alternativo della città olandese.

«LA DISPONIBILITÀ di strumenti per la trasmissione online significa che quasi chiunque può farlo, da solo o con una comunità più ampia come Radio Worm. Non è necessario alcun senso di competizione. Alcuni potrebbero vederla come una limitazione – ci sono così tanti contenuti online – ma preferisco pensarlo come una possibilità di espressione, piuttosto che un prodotto per il consumo». Radio Worm è nata nel 2019 e anche lei è «fiorita» durante la pandemia, come diverse stazioni di cui abbiamo parlato la settimana scorsa. «I nostri concerti, le serate clubbing, i programmi cinematografici, gli spettacoli, le residenze, il nostro bar hanno dovuto chiudere a tempo indeterminato. Avevamo un edificio pieno di persone creative che non riuscivano più a dedicare le proprie energie alle loro attività. Molti membri dello staff e altri collaboratori stretti iniziarono allora a fare programmi radiofonici. Dopo le riaperture, non c’erano dubbi sul fatto che la radio fosse diventata una parte importante di Worm».

Ash Kilmartin
Ci si chiede come l’intelligenza artificiale eliminerà gli esseri umani dagli studi, ma dal punto di vista della radio comunitaria è irrilevanteQuesta realtà olandese (ascoltabile su www.radio.worm.org) si trova al crocevia di due modelli: radio comunitaria e art radio. Un’idea perseguita anche dalla berlinese Radio Cashmere (www.cashmereradio.com). Worm però può contare sul radicamento in uno spazio aperto al pubblico, che agevola la partecipazione. «ll potenziale di connessione e collaborazione è il punto di forza: la radio su internet e le altre piattaforme che si collegano ad essa (social media e siti come mixcloud e soundcloud) producono percorsi di connessione tra città diverse, costruiscono una comunità molto più ampia delle sole persone che vengono fisicamente in studio. Recentemente ci si chiede come l’intelligenza artificiale eliminerà la necessità di esseri umani negli studi radiofonici, ma dal punto di vista della radio comunitaria questo è irrilevante: le persone che la realizzano sono la ragione della sua esistenza». Chiediamo quindi ad Kilmartin di descriverci la comunità nata intorno a Radio Worm: «Ci sono diversi gruppi sovrapposti che utilizzano lo spazio per i loro progetti e pubblici specifici: a volte basati su un genere come la serie di Philippe Petit sulla sintesi modulare; o come Latin Alternative che si concentra sulle scene musicali colombiane e adiacenti; o per parlare a una comunità di un problema, come la trasmissione dedicata a questioni di salute mentale per gli immigrati dall’Africa sub-sahariana nei Paesi Bassi. C’è Toria, un gruppo di giovani dj trans che utilizzano lo spazio per promuoversi a vicenda, e Club Worm, spazio di discussione con dj locali, per lo più donne».

LA MUSICA elettronica è, tra l’altro, una delle grandi protagoniste delle radio web internazionali, forse per la poca circolazione su cui può contare nelle stazioni Fm a fronte di una comunità giovane e attiva in molti Paesi. Le emittenti principali sono due: la britannica Nts (www.nts.live) e la statunitense The Lot Radio (www.thelotradio.com). La comunità nata intorno a Nts è impressionante – trasmette ormai da oltre 50 città, con una diretta su due canali e circa due milioni di ascoltatori mensili. Tra le produzioni originali, spiccano le NTS Sessions 1–4 degli Autechre, album nato in occasione di una residenza radiofonica del gruppo di quattro settimane. Nts si distingue per la forte ricerca in ambito musicale – sembra che circa la metà della musica trasmessa non sia disponibile su Spotify.

La redazione consiglia:
Suona ancora.Un panorama frastagliato di vive vociThe Lot Radio fa invece dell’interazione il suo punto di forza. Trasmette da un container situato a Brooklyn, attorno al quale è stato costruito un piccolo bar all’aperto. Nata nel 2016, riflette la ricchezza e la varietà della scena newyorkese. I dj che si alternano alla consolle vengono anche ripresi e i video trasmessi online in diretta. È come un party senza fine: per chi è lì a New York a sorseggiare birra e a ascoltare la musica, e per chi da casa segue lo stesso flusso.

L’arte in tutte le sue forme è al centro della parigina *Duuu, situata dentro al Parc de la Villette. «Fin dall’inizio non ci siamo mai sentiti frustrati nel non trasmettere in Fm. Abbiamo costruito la radio pensando a internet» spiegano Loraine Baud e Simon Nicaise, direttori di *Duuu (online su www.duuuradio.fr). «Siamo interessati ai diversi campi della creazione contemporanea, ai suoi diversi attori e alle temporalità coinvolte nel processo creativo: lo sviluppo di un progetto, l’ambiente di lavoro o il momento della mostra. Ci consideriamo contemporaneamente un luogo di produzione, sperimentazione e diffusione nel campo delle arti visive. Invitiamo gli artisti a produrre brani sonori, radiofonici e/o musicali che pubblichiamo anche su vinile». Baude e Nicase raccontano così la varietà dei programmi proposti: «Il poeta Théo Robine-Langlois ha prodotto una serie intitolata The Ecology of Neglected Orchis attorno agli spazi gestiti da artisti. Virgile Fraisse, con il programma Les Centres Passengers, si interessa ai centri d’arte che hanno chiuso. Eva Barto ed Estelle Nabeyrat, con ForTune, esplorano il mondo dell’arte come mondo del lavoro, una sorta di radiografia che decifra le relazioni tra arte e economia. Corrispondente radiofonico, Victoire Le Bars propone per Hors-Série,cicli di conversazioni sul ruolo della grafica».
Interrogati sulla sostenibilità del loro progetto, rispon dono così: «Abbiamo sviluppato tante alleanze, amicizie e collaborazioni che ci hanno permesso di realizzare progetti per 10 anni (la radio è «artista associato» al Théâtre de Gennevilliers, nda). Nonostante tutto, è urgente che una struttura come la nostra, che sviluppa strumenti attorno alle forme dell’oralità e che considera la voce come medium forte di questo secolo, sia ulteriormente sostenuta dalle istituzioni pubbliche».

Giulia Crisci
Quali voci emergono nel mondo? Quali equilibri di potere sono inscritti nell’ascolto? Come questo influisce nei processi di autodeterminazione?CHIUDIAMO il cerchio con un oggetto «ponte»: tra l’Italia e altri Paesi europei, tra il web e lo spazio fisico. È Radio That Matters, «progetto che nasce dall’interesse per il suono intrecciato alle domande sull’accessibilità per persone con disabilità alle arti performative» spiega Giulia Crisci, curatrice della prossima tappa di Radio That Matters, ovvero la creazione di una «Stanza acustica per un ascolto comune» dal 7 al 10 settembre al Mattatoio a Roma all’interno del festival Short Theatre, diretto da Piersandra Di Matteo. Nel progetto sono coinvolti anche altri due festival, Parallèle (a Marsiglia) e Baltic Circle (a Helsinki). «Il concetto che ci guiderà è quello di “giustizia acustica”, così come lo ha formulato Brandon Labelle, sulle implicazioni politiche del suono: quali voci emergono nel mondo? Quali equilibri di potere sono inscritti nell’ascolto? Come questo influisce nei processi di autodeterminazione?». Il libro di Labelle, edito per Nero, sarà presentato il 14 settembre alla Real Accademia di Spagna. Invece nella stanza acustica al Mattatoio Crisci curerà un palinsesto di suoni grazie agli archivi messi a disposizione da diverse radio web, italiane e non (alcune le abbiamo già incontrate): Radio Lacolifata, Radio Ghetto, Radio Commons, Radio Papesse, Fango Radio, Dote Festival, Fireflies Frequencies, Neu Radio.
La redazione consiglia:
Dall’etere a internet, in cerca di nuovi spazi di espressione
Approfondiamo con Crisci le prime due. «Radio Lacolifata nasce come radio interna a un ospedale psichiatrico di Buenos Aires, le trasmissioni sono create e gestite dai pazienti. Hanno modo così di riflettere insieme sulla loro condizione: intervistano persone che parlano del disagio psichico come medici e esperti, ma condividono anche il dolore del loro vissuto, talvolta il desiderio di uscire da quel posto. Radio Ghetto è invece una stazione creata dai braccianti di Foggia, ed è esemplare della possibilità di “bucare” degli spazi normalmente inaccessibili, anche perché le persone razializzate spesso non hanno tempo e modo per rivendicare i loro diritti, e ascoltiamo le loro voci sempre “mediate”. Queste invece sono delle voci autorganizzate». Le voci perfette per concludere il viaggio di Fuori Onda.