L’84% degli operatori intervistati segnala gravi carenze nei centri di accoglienza, in più di una struttura su 10 lamentano il sovraffollamento, nel 17% dei casi fabbricati decadenti e in un centro su tre l’inadeguatezza degli spazi: sono i dati raccolti nel dossier «Accoglienza rifugiati: un’ordinaria emergenza» realizzato da In Migrazione. «Il 33% degli operatori oggetto dell’indagine – si legge – segnalano la posizione isolata e la mancanza di collegamenti pubblici per raggiungere i centri abitati». Nel 39% dei casi viene denunciata una carenza di organico, nel 46% gli operatori segnalano una scarsa specializzazione nel gruppo di lavoro. Un operatore su tre sottolinea l’inesistenza di ispezioni istituzionali sui gestori.

Le maggiori inefficienze sono segnalate nei Centri di accoglienza straordinari, attivati dalle prefetture (oltre 136mila posti). Migliore la situazione negli Sprar legati agli enti locali (22.832 posti). In particolare, nei Cas spesso c’è assenza di spazi che garantiscano la privacy (32%), un dato che impatta negativamente sulla possibilità di avere colloqui legali, psicologici e sanitari. Ugualmente carenti gli spazi per le attività di gruppo, come l’insegnamento dell’italiano.
L’indagine ha scelto di raccontare il settore a partire dal punto di vista di 333 operatori sul campo come coordinatori, educatori, psicologi, assistenti sociali e mediatori culturali. «Quella degli sbarchi è un’emergenza anomala – spiega Marco Omizzolo, responsabile scientifico di In Migrazione – che non è connessa all’imprevedibilità del fenomeno né alla carenza di risorse. Quello che trasforma una criticità in emergenza è il ritardo nel costruire un sistema di qualità. Vengono solo tamponati gli sbarchi».

I posti disponibili per la prima accoglienza sono oltre 150mila a fronte di 71.744 richieste di asilo nei primi sei mesi del 2017. In base ai dati della Commissione parlamentare sul sistema di accoglienza, aggiornati allo scorso 23 gennaio, sono stati già attivati 175.550 posti per richiedenti asilo, un numero modesto rispetto alla popolazione italiana. Vengono, infatti, accolti poco più di tre richiedenti asilo o rifugiati ogni mille abitanti. In termini assoluti è la Lombardia a ospitarne di più (23.391) ma, in rapporto ai residenti, rappresentano appena lo 0,23%. È il Molise ad avere la presenza più forte (3.413) in relazione agli abitanti (1,09%).

Difficile è anche il rapporto con il pubblico. Il 44% degli intervistati lamenta problemi nell’interfacciarsi con le questure e con l’anagrafe dei comuni. Ancora più critico l’accesso ai servizi sociali comunali: il 53% denuncia una collaborazione negativa o inesistente. Non è semplice neppure usufruire del sistema sanitario, delle visite specialistiche e dei servizi legati alle vulnerabilità psichiatriche. Secondo In Migrazione, tutelare i diritti di chi scappa da guerre e violenze e superare le speculazioni potrebbe produrre 70mila posti di lavoro di qualità diretti.