«Il governo Meloni sarà prudente perché non ha molti margini di azione economica e non ha intenzione di mettersi fuori dal gioco europeo e internazionale – sostiene Vincenzo Visco, già ministro dell’Economia e delle Finanze – Il vero problema di questa destra è che sembra fuori dal mondo e continua a ragionare come facevano in passato i governi Berlusconi che hanno portato a esiti infausti. Pensa a un mondo fatto di piccole e piccolissime imprese private dove ognuno fa quello che gli pare ed è convinta che l’economia andrà bene. Ma non è così, dobbiamo fare la riconversione ecologica, investire in ricerca e sviluppo, promuovere e sviluppare settori tecnologicamente avanzati, contrastare evasione fiscale, corruzione, malavita e affarismo. Questi hanno una visione opposta e non se ne rendono conto pienamente».

Sarà aumentato il tetto del contante tra i tre e i diecimila euro. Si indebolirà la lotta contro l’evasione fiscale oppure saranno «aiutati i poveri» come dice Meloni?
Questa sui poveri è un’affermazione abbastanza ridicola. Non è affatto detto che siano i poveri a pagare eventuali costi bancari di un’operazione, semmai sarebbero i commercianti. È dimostrato che esiste una relazione tra uso del contante ed evasione fiscale o in generale l’economia sommersa. Non credo che l’abolizione totale del contante eliminerebbe l’evasione perché può esserci l’evasione senza contanti. Sostenere però che non c’è una relazione tra i due fenomeni è arrampicarsi sugli specchi. Invece è chiara la relazione con il riciclaggio e la corruzione. Questo è un segnale ai ceti che hanno votato per la destra e, in particolare, agli evasori.

Si torna a parlare di «tregua fiscale». Sarà un condono?
Sì, è un condono dei peggiori perché riguarda l’evasione già fatta. Per «tregua fiscale» intendono la rottamazione delle cartelle. Dicono che la gente non paga queste tasse perché non ha i soldi. Rispondo che allora bisognerebbe distinguere: ci sono situazioni per le quali già ora si possono fare rateazioni lunghe, ma loro vogliono cancellare il debito e buona notte. Se si eliminano gli effetti di deterrenza collegati all’esecuzione coattiva degli accertamenti tanto vale chiudere il ministero delle Finanze. Questo dell’evasione è un problema serissimo, ma per la destra è diventato un fatto identitario. Sono degli irresponsabili.

Cosa pensa dell’estensione della tassa piatta per le partite Iva a 100 mila euro?
È uno scandalo. Ricordo che il governo Conte 1 (Lega e Cinque Stelle) introdusse il forfait a 65 mila euro per passare a 100 mila euro poco dopo con un aliquota del 20% per le sole partite Iva. Queste pagherebbero una tassa forfettaria che riguarda tutte le imposte. Dunque né Iva né Irpef, né Irap, niente. Già oggi l’autonomo paga 2.500 mila di imposte in meno di un dipendente, 3.400 in meno di un pensionato con lo stesso reddito. Si tratta di una discriminazione tributaria micidiale estesa a soggetti tra i quali, stando ai dati del governo, si nasconde il 67% dell’evasione dell’Irpef.

Qual è il messaggio politico di questa misura?
È basato su un sillogismo: i dipendenti sono garantiti mentre le partite Iva assumono rischi e non devono pagare tasse. E i pensionati sono improduttivi e possono anche morire. Una discriminazione senza giustificazione. Bisognerebbe dare battaglia e non capisco perché i sindacati sono rimasti silenziosi già sul forfait dei 65 mila euro.

Di quale riforma fiscale ci sarebbe bisogno oggi?
Va risistemato un sistema frammentato e distorto. Oltre alla lotta contro l’evasione c’è il problema che a parità di reddito si pagano imposte diverse. I nostri sistemi fiscali sono ancora quelli del Dopoguerra mentre oggi non basta più tassare i redditi da lavoro già gravati da un’imposizione troppo pesante. Abbiamo una popolazione che invecchia e c’è la necessità di aumentare le entrate e dunque aumentare le spese della sanità e della previdenza. Nel mondo si discute di come fare mentre in Italia si pensa a tagliare le tasse in maniera discriminatoria.

Il governo Draghi ci ha provato…
Sì, ma è stato un tentativo assolutamente insufficiente e discutibile. Comunque è stato un tentativo di mettere un po’ d’ordine, ma è stato fatto saltare.

Cosa pensa della catastrofe politica dell’ex prima ministra inglese Liz Struss?
La questione fiscale è un punto debole di tutte le destre del mondo. Quando ha annunciato il taglio da 45 miliardi di sterline alle tasse dei ricchi l’ex premier inglese si è trovata addosso non solo l’opposizione dei cittadini ma anche quella dei mercati. Culturalmente le destre anche in Italia ragionano come 20 anni fa. È il modello che non funziona. Il taglio delle tasse ai ricchi non aumenta il gettito.

Meloni ha promesso il taglio pluriennale del 5% del cuneo fiscale per lavoratori e imprese. È una misura efficace, possibile e giusta?
Sarebbe giusto farlo dato che i redditi da lavoro sono iper-tassati. Ma non lo si fa in disavanzo. Invece bisogna spostare la tassazione su altri redditi e i patrimoni. Comunque Meloni ha detto che non è in grado di fare molto perché si deve occupare delle bollette. Nella prossima manovra farà cose simboliche come la norma sul contante e aspetterà tempi migliori.

Con il record di inflazione dagli anni Ottanta cosa andrebbe fatto per aumentare i salari?
Questo tipo di inflazione è legato all’energia e fa aumentare le tasse. L’extra-gettito andrebbe usato per compensare gli effetti su famiglie e imprese. E andrebbero cercate soluzioni sovranazionali. Inoltre bisognerebbe che la guerra finisse, ma questo è un po’ più complesso. I problemi sono tanti e non si risolvono abolendo il Pos.