Le ong che si occupano di migranti a Ventimiglia sono sul piede di guerra per la situazione di mancata accoglienza dei minori stranieri non accompagnati lasciati sul fiume Roja, al freddo, senza servizi, esposti a ogni tipo di abuso e hanno scritto al prefetto di Imperia Silvana Tizzano.

«Ad oggi – si legge nella lettera firmata da Asgi, Intersos, Safe Passage, Terre des Hommes, WeWorld Onlus e Diaconia Valdese – non è stato comunicato se e quando verrà aperta una struttura ricettiva temporanea per minori stranieri non accompagnati a Ventimiglia, a più di quattro mesi dalla sospensione dei lavori decisa in seguito alla contestazione di alcuni cittadini in data 9 agosto 2017».

Sono 24 i minori stranieri non accompagnati, tra cui tre ragazze, ancora ospitati nella struttura per adulti nota come Parco Roja di Ventimiglia alla data dell’11 dicembre 2017. Si segnalano, inoltre 426 adulti, 9 donne sole e 30 nuclei familiari. «I numeri sono molto variabili: il 30 novembre erano presenti 38 minori – comunica l’Asgi, Associazione studi giuridici sull’immigrazione -. Esprimiamo pertanto forte preoccupazione per la situazione dei numerosi minori stranieri non accompagnati che si trovano al di fuori del sistema di accoglienza, sulle sponde del fiume Roja, vivendo in ripari di fortuna, privi di riscaldamento e di servizi igienici, senza accesso all’acqua potabile e al cibo, esposti ad abusi e violenze. Si è rilevata anche la presenza di ragazzine minorenni, spesso vittime di violenze sessuali, alcune con figli piccoli».

La legge italiana vieta espressamente il collocamento dei minori stranieri soli presso centri di prima accoglienza per adulti e impone l’obbligo di collocare in luogo sicuro il minore in stato di abbandono morale o materiale e non in locali insalubri o pericolosi. «Collocare i minori non accompagnati in un centro di prima accoglienza non esclusivamente dedicato a loro e non adeguato alla condizione di minorenni quale il centro Parco Roja – sottolineano ancora le ong – ovvero lasciarli privi di alcuna assistenza e accoglienza, rappresenta una grave violazione della normativa vigente».

«Purtroppo restano totalmente disattesi i precetti imposti dalla Convenzione sui diritti di fanciullo del 1989, che sancisce in tutte le decisioni che riguardano i minori il superiore interesse del fanciullo con carattere di priorità», afferma Alessandra Ballerini, avvocato e consulente di Terre des Hommes. «In nessun modo può essere tollerata la violazione sistematica della dignità di questi minori», insiste la legale.