”E’ pazzo, getta il paese nel caos”. Così le destre venezuelane hanno reagito a una serie di decisioni comunicate dal presidente Maduro, a partire dall’11 dicembre: quella di togliere dalla circolazione le banconote da 100 bolivar (il taglio più alto finora) nel giro di 72 ore, chiudere le frontiere con Colombia e Brasile, concedere 10 giorni di tempo ai commercianti per mettersi in regola, poi ridotti a 5, e infine estendere fino al 2 gennaio la consegna delle banconote, prorogando fino a quella data anche la chiusura delle frontiere.

La versione di un governo allo sbando, che applica rimedi peggiori del male, è stata subito ripresa dai grandi media internazionali, azionata dai terminali nordamericani del sito Dolartoday. E si è fatto sentire anche il cosiddetto chavismo critico, un’area composita di ex di governo che alterna proposte radicali come quella di non pagare più il debito estero ad altre di critica-critica, che spesso coincidono con quelle dell’opposizione. Per le destre, Maduro ha ceduto ai saccheggi (che ci sono stati solo nello stato Tachira, ai confini con la Colombia), ed è tornato sulla decisione, mostrando una volta di più la poca autorevolezza.

Diversa la versione del presidente, spiegata in dettaglio dalla televisione e dai media alternativi. La misura è stata presa perché, secondo la Banca centrale del Venezuela (Bcv), stava per arrivare un altro attacco destabilizzante alla moneta in occasione delle feste natalizie. Su un totale di 611.000 milioni di banconote da 100, emesse dalla Bcv a partire dal 2008 (data dell’ultima riconversione monetaria), ne era rimasto in circolazione solo il 5%. Il resto era finito nell’economia illegale, prevalentemente nel traffico di benzina e alimenti oltrefrontiera e in quello dei dollari al nero. Le banconote da 100 erano anche molto richieste perché facilmente trasformabili in dollari falsi.

Possibile che una banconota pari a meno di un centesimo di dollaro (al cambio illegale, dettato dal sito Dolartoday), fosse così richiesta? Gran parte del business deriva dalle leggi colombiane che, in forza di uno speciale decreto, consentono l’equivalenza delle monete con i paesi limitrofi alla frontiera e poi un cambio del peso colombiano estremamente vantaggioso nella banca centrale di Bogotà. Di recente, Maduro ha chiesto al suo omologo colombiano Manuel Santos di abolire il decreto.

Così, i trafficanti compravano le banconote da 100 bolivar pagandole di più, sapendo di poter intascare somme di molto superiori in pesos per poi riconvertirli in dollari con i quali accrescere il mercato nero di benzina e alimenti sussidiati, sottratti ai consumi dei settori popolari venezuelani. Un mercato più redditizio di quello del narcotraffico che – unito alla stratosferica fuga di capitali ottenuti con i dollari a prezzo preferenziale per investimenti mai effettuati, all’accaparramento di prodotti da parte delle grandi industrie, alla corruzione e al gattopardismo – sta mettendo a dura prova la “rivoluzione bolivariana”.

Agire di sorpresa per evitare la reazione del contrabbando, è stato un gesto vincente. Molti uffici di cambio illegali nella cittadina colombiana di Cucuta hanno chiuso i battenti, bande paramilitari hanno girato video in cui bruciavano le banconote da 100 bolivar e minacciavano di morte Maduro, le quotazioni di Dolartoday sono crollate: il dollaro parallelo, quotato a quasi 4.000 bolivar, è subito sceso a 2.000. Alla frontiera colombiana sono stati recuperati milioni di bolivar di provenienza non tracciabile, che stavano per essere depositati nelle banche.

Le autorità hanno comunicato di aver ripreso il 70% delle banconote non reperibili sul mercato legale.Ovviamente, i disagi non sono mancati. In Venezuela, oltre il 75% della popolazione si serve delle carte di credito, ma il resto non ha conto in banca e usa il contante. E per cambiare le banconote fuori circuito vi erano solo due sedi della Bcv, a Maracaibo e a Caracas, per questo, il governo ha stabilito che i trasporti siano gratuiti per tutto il tempo in cui si dovrà effettuare l’operazione. Epperò, mentre molti bancomat continuavano a distribuire banconote da 100, gran parte dei commercianti rifiutava di accettarle.

Ma la ragione principale della proroga fino al 2 gennaio è da attribuirsi al ritardo nella consegna delle banconote sostitutive, ordinate già da marzo (e pagate) dal governo bolivariano. Secondo quanto ha anticipato The Wall Street Journal nella sua versione online, l’impresa a cui la Bcv ha ordinato la carta moneta è la Crane Currency, la stessa che rifornisce il Dipartimento del Tesoro Usa e la Federal Reserve dal 1879. Ha sede a Boston, compie operazioni in Svezia e imprime banconote per almeno 50 banche centrali del mondo.

Agli aerei carichi di biglietti per Caracas sono stati frapposti molti ostacoli e ritardi: un altro sabotaggio – ha denunciato Maduro. Ma domenica è arrivato a Caracas il primo carico di banconote da 500 bolivar: in totale, 13,5 milioni di biglietti, impacchettati in 272 casse. Un altro carico arriverà il 27 dicembre. Sabato, nel corso di una diretta Tv, il presidente era attorniato da bambini e da dirigenti sociali dei comitati di rifornimento autorganizzati, i Clap, che distribuiranno i milioni di giocattoli accaparrati da una grande impresa privata che li avrebbe venduti a prezzi stellari: e che il governo invece regalerà ai bambini poveri.