Con un pranzo primaverile, si è svolta la prova generale della mensa che l’architetto Stefano Boeri ha progettato per Amatrice. Bisogna ancora temporeggiare un po’ per vederla entrare effettivamente in funzione e per apprezzare la realizzazione compiuta del complesso di architetture nel quale l’edificio si inserisce.
L’intero progetto, chiamato Amate Amatrice, è finanziato dalla raccolta fondi promossa dal Corriere della Sera e da TgLa7 nella campagna «Un aiuto subito. Terremoto Centro Italia 6.0», insieme alla piattaforma di crowdfunding Tim WithYouWeDo.

Lo studio Boeri ha progettato un piccolo villaggio del food, disegnando da zero un brano di città dove il cibo diviene il volano di una ricostruzione culturale, emotiva ed economica. La mensa è l’edificio principale del complesso e presenta un’ampia sala vetrata capace di accogliere studenti e bambini delle scuole, e allo stesso tempo eventi e show-cooking.

NELLO SPAZIO ANTISTANTE la mensa, un sistema di piccole costruzioni prefabbricate è destinato ai ristoratori e agli imprenditori gastronomici locali, che personalizzeranno i singoli moduli, trasformandoli in ristoranti e botteghe del guanciale, dei salumi, del pecorino etc. Una visione rinnovata dell’idea del mercato rappresenta uno dei primi tasselli per ricostruire un’idea di città e di comunità.
DALL’INTERA OPERAZIONE emerge una nuova consapevolezza del ruolo del cibo, che con la conferenza internazionale Rio +20 di Rio de Janeiro, con la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite e poi con l’Expo di Milano si presenta oggi più che mai come patrimonio culturale, risorsa economica e generatore di spazi e relazioni.
Se si prova a trascurare la lentezza di questa ricostruzione – e il fatto che probabilmente il villaggio non sarà terminato esattamente nei tempi previsti – visitando il cantiere si può riconoscere la capacità di questo progetto, se pur ancora in fieri, di accogliere e di farsi accogliere dal paesaggio che lo circonda. L’ampia vetrata della mensa si affaccia sull’imponente catena dei monti della Laga, una presenza fortissima all’interno di questo spazio, che ricorda l’eccellenza del paesaggio, sia in termini di bellezza, sia in quelli di rischio.

IL PROFILO DEL SISTEMA montuoso viene riflesso nello spiazzo antistante, e sembra riemergere nello skyline dei moduli destinati ai ristoranti. Il sistema delle costruzioni si dispone a corte attorno a un ambiente centrale che ospiterà probabilmente Radura, la scultura in legno firmata Boeri e presentata quest’anno al salone del Mobile.

TUTTO IL COMPLESSO, compresa la mensa, è realizzato in legno, con un piacevole accostamento dei toni caldi delle tavole di abete chiaro e una lamiera scura in copertura.
Uno spazio elegante ed efficiente, che si interrompe violentemente non appena si gira l’angolo, quando l’odore del legno e i riflessi nelle pareti vetrate lasciano la scena ai moduli abitativi della protezione civile, con un passaggio, fin troppo repentino, tra architetture di qualità e costruzioni che appaiono totalmente prive di pensiero e di disegno, calate dall’alto e gettate alla rinfusa tra le macerie.