La riseria biologica Una Garlanda si trova a Rovasenda, in provincia di Vercelli, e coltiva il riso nella baraggia, un terreno argilloso, da tre generazioni. Intorno ai primi anni Duemila il nonno di Mara Stocchi, che oggi gestisce l’azienda insieme al marito Emanuele, ha convertito l’azienda al biologico. «Adottiamo una tecnica di coltivazione che si chiama pacciamatura verde e che consiste nel lasciare crescere il prato nella risaia, fino a primavera, quando può raggiungere altezze anche di un metro. A quel punto si semina, poi il prato viene coricato o trinciato e viene messa l’acqua. Il passaggio a prato umido fa morire e fermentare le piante e il riso trova le condizioni di buio, umidità e nutrimento che servono per crescere. Inoltre le erbe complementari vengono inibite».

Negli anni, più di duecento agricoltori hanno conosciuto il Metodo Stocchi, che non necessita di trattamenti con pesticidi e fertilizzanti: è rispettoso dell’ambiente ed economico, permettendo di risparmiare sui trattamenti e di portarsi in linea con il Green Deal. «Abbiamo potuto investire anche grazie a questo risparmio e ai contributi per i Pac e il biologico. I nostri campi hanno una superficie di non coltivato del 15% (contro il 10% minimo indicato dall’Ue, ndr), corridoi e isole di siepi e filari che sono vitali per l’avifauna. Negli anni abbiamo visto i terreni ripopolarsi di vita e ospitiamo anche iniziative legate alla reintroduzione di uccelli. Come quella di Federico Cipriani, che ha aiutato i rapaci a nidificare nei nostri campi».

L’incremento dell’avifauna aiuta Una Garlanda anche a tenere sotto controllo le specie alloctone infestanti, come il punteruolo acquatico. «Ovviamente, non usando pesticidi, siamo esposti. Ma la biodiversità che generiamo ci aiuta a fronteggiare le infestazioni. Gli uccelli infatti sono un valido aiuto, cibandosi degli insetti».