Non si fermano le epurazioni del Sultano Erdogan: ieri sono stati arrestati il noto giornalista turco Ahmet Altan e suo fratello, il professore universitario Mehmet Altan. I due sono finiti in carcere per alcune frasi dette in tv alla vigilia del fallito colpo di Stato del 15 luglio.

A riferire sul loro arresto è stata la Piattaforma per il giornalismo indipendente (P24). La notizia è stata poi confermata dall’agenzia di stampa ufficiale Anadolu, secondo la quale i due fratelli sarebbero finiti in manette per dichiarazioni fatte durante un programma trasmesso dall’emittente Can Erzincan.

Alla trasmissione aveva preso parte anche la giornalista Nazli Ilicak, firma di punta di molti quotidiani e commentatrice televisiva, arrestata a fine luglio insieme a decine di colleghi per presunti legami con il predicatore Fethullah Gulen, accusato di essere l’ispiratore del golpe. Ieri inoltre il ministro dell’interno turco, Suleyman Soylu, ha annunciato che 28 municipalità nel sud-est – amministrate dalla branca locale del partito filo-curdo Hdp – saranno commissariate dal governo «entro 15 giorni», in modo che non siano più «agli ordini di Qandil», le montagne del nord Iraq roccaforte del Pkk.

La rimozione dei sindaci eletti è resa possibile da una norma introdotta con un decreto della stato d’emergenza. Il governatore di Diyarbakir nei giorni scorsi aveva negato che 2 commissari fossero già stati nominati al posto degli amministratori delle municipalità di Sur e Silvan, entrambi sotto processo per «dichiarazioni di autogoverno» e presunti legami con il Pkk.