La crisi della Tunisia rischia di precipitare definitivamente nelle prossime ore. L’Unione europea avrebbe infatti deciso di sospendere i finanziamenti destinati al paese nord africano fino a quando Tunisi non accetterà di rispettare le condizioni poste dal Fondo monetario internazionale per sbloccare un prestito da 1,9 miliardi di dollari. Condizioni che riguardano l’avvio di una serie di riforme nel paese che il presidente Kais Saied non sembra intenzionato a fare.
Rischia dunque di trovare un clima a dir poco teso la commissaria Ue agli Affari interni Yilva Johnsson quando questa mattina atterrerà a Tunisi per un visita ufficiale durante la quale incontrerà il ministro dell’Interno Kamal Feki con il quale dovrebbe parlare di immigrazione e sicurezza.

Se il blocco dei finanziamenti deciso da Bruxelles dovesse trovare conferma, anche la strategia messa in piedi nei mesi scorsi da Roma – che aveva proposto di liberare tranche di finanziamenti mano mano che le riforme venivano attuate – crollerebbe.

Il Viminale ieri ha smentito che oggi, con Johnsson, in Tunisia avrebbe dovuto esserci anche il ministri Piantedosi. Il titolare dell’Interno si è recato a Tunisi il 18 gennaio scorso insieme al ministro degli Esteri Antonio Tajani alla ricerca di una soluzione che mettesse fine alle partenze dei barconi diretti in Italia. Al ritorno in Italia tante assicurazioni ma in realtà nulla di fatto, come dimostra il numero degli sbarchi in continuo aumento. E come dimostra la lunga serie di naufragi nei quali purtroppo perdono la vita i migranti. Almeno 200 corpi, conseguenza delle tragedie degli ultimi giorni nel Mediterraneo, si troverebbero nell’obitorio di Sfax, uno dei principali punti di partenza dei barconi diretti in Italia.