La Corte suprema Usa si sta confrontando con tre temi sensibili: i militari transgender nell’esercito, il controllo delle armi e le protezioni ai Dreamers, giovani americani arrivati negli Stati uniti a seguito di genitori entrati illegalmente.

Sorprendendo i suoi stessi consiglieri militari, nel luglio 2017 Trump aveva annunciato via Twitter un divieto assoluto al servizio militare per le persone transgender, sia in transizione tra i generi che a processo di transizione terminato, perché rappresenterebbero un costo troppo alto per l’esercito. L’allora segretario della Difesa Mattis aveva ritoccato la proposta, aggiungendo eccezioni per i militari transgender già nell’esercito o per chi è disposto a fare il militare «nel proprio sesso biologico».

Nonostante la legge sia ancora in discussione nelle corti minori, la Corte si è pronunciata con il contenzioso ancora in svolgimento. E ha dato ragione al ban di Trump. A votare contro, i quattro giudici di schieramento progressista.

La Corte ha anche deciso di affrontare un caso riguardante le armi, cosa che non faceva da un decennio: New York State Rifle & Pistol Association contro la città di New York mette in discussione le leggi di New York City che impediscono di portare fuori dalla città armi possedute legalmente. Qualunque sarà la decisione finale non potrà influenzare direttamente le leggi sulle armi in tutto il Paese, ma di certo creerà un precedente che incoraggerà gli attivisti per i diritti del secondo emendamento a perseguire altri casi relativi alle armi.

Terzo caso su cui la Corte Suprema si è dovuta esprimere non è andato a favore dei conservatori, ma in direzione – almeno per ora – di una protezione ai Dreamers. Lo scorso autunno Trump aveva chiesto alla Corte di valutare se il presidente avesse il potere di porre fine al programma Deferred Action for Childhood Arrival, il Daca, che impedisce l’espulsione dei Dreamers. La Corte ha deciso che almeno per i prossimi mesi il programma rimarrà.

Una brutta sconfitta per l’amministrazione Trump che arriva poco dopo la promessa del presidente di mantenere le protezioni per i Dreamers in cambio del muro di confine con il Messico. Ora Trump non potrà sfruttarli nei negoziati per la fine dello shutdown.

«Anche se il tribunale dovesse accettare di occuparsi di questo caso, non potrà farlo prima di questo autunno, senza prendere alcuna decisione fino all’inizio del 2020 – ha spiegato Steve Vladeck, analista della Cnn e professore di legge alla University of Texas School of Law – e ciò riporta il dibattito sul Daca ai rami politici».

Con ben due giudici scelti da Trump, la Corte suprema ha ora una maggioranza conservatrice di cinque a quattro, maggioranza con un impatto su tutto ciò che passa dalle aule. Gli occhi sono puntati sulla giudice 86enne super progressista Ruth Bader Ginsburg, che ha promesso di restare in carica.