Alle 20.30 di lunedì, dopo una giornata infuocata per l’amministrazione Trump che ha saputo di essere pubblicamente sotto indagine per aver pilotato le elezioni con l’aiuto della Russia, il presidente ha diramato un nuovo ordine esecutivo con applicazione immediata riguardante otto Stati a maggioranza musulmana.

Il nuovo decreto riguarda compagnie aeree, aeroporti e mezzi elettronici: da martedì non sono più ammessi in cabina tablet o computer per i passeggeri di compagnie straniere in partenza per gli Usa provenienti da Amman (Giordania), Il Cairo (Egitto), Istanbul (Turchia), Jeddah e Riyadh (Arabia Saudita), Kuwait City (Kuwait), Casablanca (Marocco), Doha (Qatar), Dubai e Abu Dhabi (Emirati Arabi). Al momento la lista non comprende paesi come il Pakistan ma c’è sempre tempo per allungarla.

Il decreto è stato giustificato come un rimedio alle carenze di sicurezza negli aeroporti citati, non si basa su una minaccia specifica o circostanziata di attacco imminente e non è stato specificato per quanto tempo resterà in vigore.

Il governo americano ha spiegato che si basa sulla nuova convinzione delle agenzie di intelligence americane che gruppi terroristici, come lo Stato islamico e Al Qaeda in Yemen, starebbero cercando il modo di portare su voli di linea ordigni esplosivi nascosti in dispositivi elettronici, come i notebook.

La Homeland Security, la sicurezza nazionale, ha poi specificato che il divieto riguarda computer laptop, tablet, macchine fotografiche, stampanti portatili e videogame più grandi di un cellulare e che le restrizioni non riguarderanno gli equipaggi, né le compagnie aeree americane.

Di certo a molti la direttiva a sorpresa è sembrata rientrare nella ormai riconoscibile prassi Breitbart di creazione dello scompiglio utile sia per tenere il paese sempre sotto tensione che per distogliere l’attenzione da magagne reali, come appunto l’investigazione dell’Fbi sulla campagna elettorale del presidente.

Al momento, il provvedimento riguarda circa 50 voli al giorno verso gli Stati Uniti e uno degli aeroporti più trafficati al mondo, quello di Abu Dhabi, che già richiede ai passeggeri, prima dell’imbarco, di sottoporsi ad uno screening rigoroso da parte dei funzionari della dogana degli Usa.

Poche ore dopo anche il Regno Unito ha emesso una direttiva analoga, ma il divieto britannico colpisce compagnie aeree sia nazionali che estere, tra cui British Airways; le compagnie aeree straniere oggetto del provvedimento sono Turkish Airlines, EgyptAir e Royal Jordanian, e riguarda i voli diretti verso il Regno Unito provenienti da Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia ed Arabia Saudita.

Con un’amministrazione che governa a colpi di decreti esecutivi sorpassando spesso il limite della costituzionalità, l’elezione del nono giudice della Corte Suprema è fondamentale. Ieri Neil Gorsuch, il nominato di Trump, è stato interrogato per il secondo giorno dai senatori che devono o meno eleggerlo.

«Non ho difficoltà a prendere decisioni contro o a favore di un partito, in base alla legge e ai fatti», ha assicurato il giudice aggiungendo di non aver promesso nulla e di non aver ricevuto pressioni o richieste da Trump

In campagna elettorale, però, Trump ha dichiarato che il suo nominato per la Corte Suprema sarebbe stato pro-choice e che la sentenza sul caso Roe v. Wade, che nel ‘73 ha reso legale l’aborto a livello federale, sarebbe stata rovesciata.

Alla domanda su quella sentenza, Gorsuch ha risposto che si tratta di «un precedente della Corte Suprema ed è stato riaffermato», ma non ha risposto su come si pronuncerebbe in materia di aborto, controllo delle armi, MuslimBan e finanziamento delle campagne elettorali.

Questa mancanza di chiarezza è preoccupante per un giudice della Corte Suprema che dovrebbe tener testa a ogni tipo di presidente, specie ad uno che prende posizioni controverse.

Sempre ieri, Trump, in una riunione a porte chiuse con i repubblicani al Campidoglio ha avvertito quelli alla Camera che, se non riusciranno a abrogare e sostituire la legge sulla sanità di Obama, rischiano di perdere la rielezione.

«Ci ha avvertiti che ci sarano conseguenze se non ci compatteremo per sostenerlo, sia come partito che come singoli», ha dichiarato il rappresentante repubblicano Richard Hudson. Sulla sanità si voterà oggi e il fronte repubblicano al momento sembra tutto tranne che compatto.