Dalla Camera al Campidoglio. L’imbarazzo dei franchi tiratori smascherati a Montecitorio fa saltare i nervi anche nel tempio del governo romano, dove il litigio tra il M5S e il Pd si sposta sul nuovo stadio della A. S. Roma. Ma anche qui sembra un po’ un bluff. I consiglieri dem, che ieri in conferenza stampa hanno sollevato un bailamme sulla delibera di giunta che attesta la pubblica utilità del nuovo progetto della cittadella di Tor di Valle, in commissione Sport si sono in realtà astenuti. Sette contro tre, quindi il provvedimento va avanti e tra pochi giorni arriverà in Aula per il voto finale.

Lo stadio lo vogliono tutti, nessuno dice no, ma il Pd contesta la pubblica utilità «in mancanza di opere pubbliche», in particolare per lo sviluppo del quadrante sud della capitale, parla di tempi troppo stretti che impediscono il confronto, chiede il parere di tutti i municipi interessati (è stato richiesto solo quello del IX municipio) e di enti terzi quali «il Coni, l’università, l’ordine degli architetti», pretende almeno una delibera distinta per la variante urbanistica, riferisce che attualmente le aree interessate non sono pienamente disponibili in quanto ancora oggetto in un contenzioso legale, critica la mancanza degli standard minimi di sicurezza e la riduzione delle cubature dello stadio che lo porta a 55 mila posti, quindi al di sotto della soglia Uefa per le finali di Champions ed Europa League.

Per il Pd, infine, il rischio idrogeologico non è stato affrontato ed è «ancora pendente il vincolo della Soprintendenza sulla Tribuna». In realtà, come denuncia Italia Nostra, «il 13 giugno scadono i 120 giorni perché il vincolo possa essere trasformato in Decreto e ancora non c’è la firma del Soprintendente». Un ritardo «incomprensibile» per l’associazione che ha anche più volte sollecitato la firma.

«È evidente che non vogliono lo Stadio – ribatte il capogruppo M5S Paolo Ferrara – da quando stiamo amministrando, questa opposizione invece di essere costruttiva fa solo ostruzionismo, non solo contro di noi ma contro la città e i cittadini».