Decisamente un libro che viene a puntino, questo di Erasmo D’Angelis Ripariamo l’Italia. Storia di terremoti e terremotati. Vittime e danni. Colpe e colpevoli. Come possiamo difenderci? (editore Giunti, pagine 480, euro 16). Perché uno dei difetti dell’Italia è quello di non affrontare mai le cause e le prevenzioni dei terremoti (ma di altri disastri naturali) nonostante la lunghissima scia di scosse dalla notte dei tempi fino ad oggi. E nonostante le infinite promesse di qualsiasi classe dirigente e i lamenti, spesso non accompagnati da coscienza e impegno civile, di tante popolazioni colpite. Perché, questo è il vero dramma, c’è una sorta di patto non scritto tra popolazione e potere, naturalmente con responsabilità del tutto diverse. Un patto, messo in atto con astuzia da classi dirigenti di vario orientamento politico, che tacita le rivolte della popolazione con promesse di condoni vari, di escamotage che oltrepassano furbescamente qualche legge giusta e tutto ciò che serve a corrompere e assopire il popolo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Distruzioni immani, tantissimi morti, scempio del paesaggio, ma nessuna o poca prevenzione. Si va avanti con il leit motiv di affrontare le cose quando accadono con una riduzione della civiltà che ha pochi eguali nel mondo che consideriamo civile. Non che non si siano fatti passi avanti, per esempio nella protezione civile soprattutto dopo i terremoti del Friuli e dell’Irpinia, Ma l’emergenza continua è la compagna assidua di ogni catastrofe in Italia. E sì che le colpe e le mancanze sono chiare e manifeste; quindi altrettanto chiare dovrebbero essere le soluzioni pratiche da mettere in atto.
Scrive D’Angelis nella presentazione del suo libro: «Non è un giallo e nemmeno un noir. Racconta però una storia italiana a suo modo spregiudicata, dove i colpevoli sono chiari e i testimoni non sono da mettere sotto torchio, non ci sono paranoie complottiste, mancano i poteri occulti, non c’è ombra di apparati deviati. Sulla scena del crimine le tracce sono chiare, e sono sparse ovunque. Nessuna impronta può essere cancellata, ripulita, alterata, inquinata. Sono troppi i luoghi dove l’orrore si è riprodotto con incredibile ripetitività». Già. Che fare quindi? L’utilità del libro – non sarebbe male se venisse assunto come testo scolastico – sta nel mettere insieme proposte (prevenzione e sistemazione antisismica del patrimonio edilizio), denuncia della incredibile pervicacia con cui si continua a giocare con le vite umane, excursus storico su tutti i terremoti più importanti che hanno attraversato la penisola dall’antichità ai nostri giorni. Non senza dimenticare le vere e proprie chicche di prevenzione che l’Italia ha messo in moto prima degli altri già nei secoli scorsi ma che poi sono state relegate in una sorta di libro dei sogni e messe sempre da parte.
«I terremoti, come altri fenomeni naturali, continueranno a colpire l’Italia, ma tante morti si potranno evitare e tanti danni contenere se si riuscirà il più possibile a prevenire» racconta D’Angelis. Sembra la cosa più facile del mondo, e in tante parti del mondo l’hanno fatto. In Italia, invece, continua questa specie di fatalismo per cui bisogna ripiombare sempre in un’attesa messianica del buon dio che ti risparmia. Naturalmente non è mai così e persino un papa, l’attuale, citato dall’autore nell’ultimo capitolo dedicato al rapporto tra la divinità e i terremoti, mette in discussione la passività con cui si guarda alla natura e alle sue più dure manifestazioni.
È innegabile che la Terra è viva come il corpo umano e ha i suoi sommovimenti. Altrettanto certo è che a nessuno è concesso giocarci sopra, non rispettarla e nello stesso tempo non difendersi nel modo giusto. Intervenire, ad esempio, sull’edilizia e l’urbanistica esistente per modificarla (non cementificarla, sia chiaro!) e metterla in sicurezza sarebbe non solo un grande intervento economico e produttore di ricchezza ma soprattutto, finalmente, di civiltà. Del resto è solo dalla coniugazione di queste due parole, ricchezza e civiltà, che si può intraprendere la strada del nuovo progresso. Il libro di Erasmo D’Angelis aiuta a trovare questa strada.