Accordo «modello» firmato due sere fa al ministero dello Sviluppo per salvare 400 addetti dei call center a rischio nel materano: la Slc Cgil spiega che così si apre la strada all’applicazione della clausola sociale già prevista dalla legge, e lo propone come esempio al Gruppo Poste: «È stata scritta una pagina importante per il settore dei call center e per il diritto del lavoro di questo Paese – dice Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil – Il risultato è stato possibile grazie all’impegno del governo, della Regione Basilicata, delle tre aziende coinvolte e dei sindacati. Coraggiosa la posizione di Telecom, che apre di fatto la strada all’inserimento della clausola nel contratto nazionale».

400 persone impiegate nei servizi di customer care per Telecom in appalto a Datacontact, adesso proseguiranno presso una newco partecipata da Abramo e Youtility Center, che si impegna ad assorbire sia chi ha un contratto a tempo indeterminato che i cococò. Inoltre si salvaguarda il principio della territorialità, contro le delocalizzazioni. «Diventa ancora più incomprensibile capire perché quello che è stato fatto con un’impresa privata come Telecom – conclude Azzola – non sia possibile da realizzare con le imprese partecipate dallo Stato come Poste Italiane, che sino ad ora ha rifiutato qualsiasi confronto, procedendo ad assegnare le nuove commesse senza tutelare il personale coinvolto».