Si è aperta a New York una settimana di eventi e manifestazioni, istituzionali e non, incentrate sull’ambiente e il cambiamento climatico, che culminerà il 23 settembre con il Climate Action Summit 2019 dell’Onu, dove capi di Stato e di governo, ong, imprenditori, attivisti e amministratori locali convergeranno per fare il punto riguardo gli sforzi che ciascun Paese deve compiere al fine di combattere la crisi climatica globale.

SUL SITO DELLE NAZIONI UNITE si legge che «il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres chiederà a tutti i leader di venire a New York con piani concreti e realistici per accrescere i loro contributi nazionali al 2020 (gli Ndc, vale a dire gli impegni presi durante l’Accordo di Parigi del 2015 per tagliare i gas serra, ndr), in linea con l’obiettivo di ridurre del 45% le emissioni di gas serra nel prossimo decennio e di arrivare a zero emissioni nette per il 2050. Per essere effettivi e credibili – continua Guterres – questi piani non possono puntare solo alla mitigazione, ma devono mostrare la strada verso una completa trasformazione delle economie, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile».

In pratica bisogna passare ai fatti e agire in modo pragmatico e tempestivo perché il tempo dei tentennamenti è finito; questa volta le Nazioni unite e gli attivisti che solitamente manifestano all’esterno del palazzo di vetro, sono in sintonia e il 20 settembre la grande manifestazione prevista a New York, come le manifestazioni sorelle che si terranno in altre città Usa, porta avanti le stesse istanze.

Il 21 settembre si terrà anche lo UN Youth Climate Summit, il vertice dei giovani sul clima, dove saranno presenti oltre 500 giovani provenienti da tutto il mondo, scelti dall’Onu come leader nei loro Paesi sul tema della lotta alla crisi climatica. A questo summit prenderà parte l’attivista svedese Greta Thunberg, arrivata ad agosto a New York dalla Svezia in barca a vela, in modo da non produrre emissioni di gas serra.

Da quando è arrivata negli Stati uniti, accolta come una star, Thunberg ha partecipato a eventi e manifestazioni come quella che si è tenuta a Washington giovedi scorso, quando 1500 persone sono andate alla Casa bianca per scuotere la coscienza ambientalista di questa amministrazione che sembra non averne.

L’ATTIVISTA SVEDESE è stata ospite del Daily Show di Trevor Noah, dove ha detto che la maggior differenza di approccio all’emergenza climatica che ha riscontrato negli Usa rispetto al suo Paese, è che negli Stati uniti il climate change è un soggetto controverso su cui si hanno opinioni, mentre in Svezia viene trattato come un dato di fatto con cui confrontarsi.

Questo tentennamento non riguarda però la nuova generazione di nordamericani; stando a un nuovo sondaggio della Washington Post – Kaiser Family Foundation, una solida maggioranza di adolescenti Usa è convinta che gli umani stiano cambiando il clima terrestre e credono che ciò causerà danni a loro personalmente e agli altri membri della loro generazione.

Circa un adolescente su 4 ha già partecipato a uno sciopero, a una manifestazione o ha scritto a un rappresentante politico per esprimere le proprie opinioni sul riscaldamento globale. Conscio di ciò, il Dipartimento della Pubblica Istruzione di New York ha reso noto che «scuserà gli studenti che usciranno da scuola venerdì, per prendere parte alla protesta contro i cambiamenti climatici che si terrà a Manhattan».

«ABBIAMO DIECI ANNI per salvare il pianeta – ha ammonito il sindaco Bill de Blasio in un tweet -. I leader di oggi stanno prendendo decisioni per il nostro ambiente con cui i nostri figli dovranno convivere. New York City sta con i nostri giovani. Sono la nostra coscienza. Supportiamo il 20/10 #ClimateStrike».