Sette anni. Ci sono voluti più di sette anni, da quel 22 ottobre 2009 quando Stefano Cucchi morì nel reparto penitenziario dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, per sentire pronunciare dai rappresentanti dello Stato della Procura di Roma le parole «omicidio preterintenzionale». Per l’esattezza è l’ipotesi di reato formulata nell’atto di chiusura delle indagini preliminari che il sostituto procuratore Giovanni Musarò, titolare dell’inchiesta bis aperta nel settembre 2015 su espressa richiesta dei familiari della giovane vittima, ha recapitato ai carabinieri Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, gli altri tre rappresentanti dello Stato che arrestarono Stefano Cucchi una settimana prima...