Alta adesione, piazze gremite, discorsi importanti e impegnativi dei segretari di Cgil e Uil, Landini e Bombardieri, insieme, ieri, nella manifestazione nazionale di Roma in Piazza del Popolo. E l’impressione è che la grande mobilitazione sia solo una tappa del percorso, perché la campana di questo sciopero generale, che si riaffaccia dopo tanti anni, suona per tutti.

Per la società e per la politica, per chi sta sotto e per chi sta sopra, per chi vive di salario e pensione e per chi governa con un consenso sempre più esangue. Forse, dopo le piazze di ieri, lo stupore e la sorpresa di Draghi e di tanti politici di centrosinistra, gli insulti e gli anatemi delle destre italiane, le critiche e i silenzi dei giornali verranno rimpiazzati da un brusco risveglio e, si spera, da un atteggiamento di maggiore serietà e attenzione al malessere che alla fine ha rotto la tregua sociale mettendo fine alla luna di miele tra il presidente del consiglio, il suo governo extralarge e il Paese.

Noi del manifesto abbiamo condiviso la scelta giusta e coraggiosa di Cgil e Uil, abbiamo seguito queste settimane di preparazione dello sciopero con attenzione e partecipazione.

L’informazione non ha scioperato, oggi i giornali sono in edicola perché sono (o dovrebbero essere) un servizio pubblico, e la Federazione nazionale della stampa ha espresso la sua solidarietà alla mobilitazione sindacale. Il manifesto vuole aderire, anche concretamente alla giornata di lotta, decidendo di devolvere una giornata di lavoro alla causa comune, scegliendo una delle tante fabbriche in crisi presidiate da operaie e operai a cui donare il nostro piccolo contributo di solidarietà.